I nuovi dati Eurostat confermano l’allarme deficit in aumento nella zona euro: le spese contro il caro bollette hanno il loro prezzo. E l’Italia non brilla per il suo debito/Pil.
Cresce il deficit di bilancio dell’Eurozona a causa della spesa eccezionale dei Governi per sostenere i costi di imprese e consumatori dinanzi a bollette energetiche da record.
Gli sforzi dei Paesi per fronteggiare la crisi del gas, che ha innescato prezzi per l’elettricità senza eguali, stanno minando la tenuta dei conti pubblici. Il trimestre in esame da parte di Eurostar, il terzo del 2022, ha messo in evidenza un balzo del disavanzo (più uscite che entrate).
E nella lettura del debito sul Pil, l’Italia resta sul podio.
Eurozona sotto pressione: avanza il deficit
Il deficit di bilancio della zona euro si è notevolmente ampliato dopo che i governi hanno intensificato gli sforzi per proteggere i consumatori e le imprese dai prezzi dell’energia record, secondo i dati ufficiali mostrati lunedì 23 gennaio.
Nel terzo trimestre del 2022, il disavanzo pubblico della zona euro è salito al 3,3% del prodotto interno lordo dal 2% del trimestre precedente, ha affermato Eurostat.
“Le misure per alleviare l’impatto degli alti prezzi dell’energia hanno iniziato ad avere un impatto maggiore sul saldo pubblico nel terzo trimestre del 2022 e la maggior parte degli Stati membri ha continuato a registrare un disavanzo pubblico”, ha osservato l’istituto.
I prezzi del gas all’ingrosso in Europa sono saliti a un livello record ad agosto dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ciò ha spinto l’inflazione energetica dell’Eurozona a un picco del 41,5% in ottobre.
I governi hanno risposto con varie misure, dai tagli alle tasse sui carburanti ai sussidi, per minimizzare il colpo all’economia. Tuttavia, gli effetti si intravedono anche sui conti pubblici.
In Germania, per esempio, dove le misure sono state particolarmente generose, il deficit è salito al 3,8% nel terzo trimestre del 2022 dall’1,1% dei tre mesi precedenti.
Riflettendo le misure di sostegno, la spesa pubblica dell’Eurozona è aumentata dell’1% del PIL al 50,5%. Allo stesso tempo, le entrate del governo sono leggermente diminuite a causa del rallentamento dell’economia.
Italia al secondo posto per debito/Pil
I dati separati di Eurostat, anch’essi rilasciati lunedì, hanno mostrato che nel terzo trimestre il debito pubblico rispetto al PIL era del 178% in Grecia e del 145% in Italia, tra i più alti della regione e ben al di sopra del 93% della zona euro.
Il debito italiano è sotto osservazione da sempre, ora più che mai considerando l’aumento del costo del denaro e, quindi, dell’onere che lo Stato deve ai suoi creditori. Si spera che l’attuazione delle riforme e degli investimenti del Pnrr spingano la crescita e non appesantiscano ancora di più la spesa pubblica.
Da tempo, inoltre, la Bce esorta tutti i Paesi dell’Eurozona a limitare gli aiuti e gli sgravi fiscali ai più vulnerabili, per evitare di aumentare il debito.
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