La crisi immobiliare in Cina subisce un altro colpo: Evergrande va in liquidazione. Cosa significa questa novità per il settore scosso da insolvenze e per la stabilità finanziaria del dragone?
Le azioni del colosso Cina Evergrande sono state sospese dopo un crollo di oltre il 20% nelle prime contrattazioni di lunedì facendo seguito alla notizia che un tribunale di Hong Kong ha deciso di liquidare il promotore immobiliare da tempo in profonda difficoltà.
La sessione asiatica è stata volatile, con i titoli azionari in rialzo all’inizio degli scambi, spinti soprattutto dalle aspettative positive sulle nuove misure di Pechino per stabilizzare il mercato locale e iniettare liquidità, ma poi in calo. La chiusura dei principali indici cinesi è stata sotto la parità.
Gli investitori si trovano in un contesto assai complesso. I guai immobiliari cinesi, infatti, si aggiungono ai rischi geopolitici che hanno spinto i prezzi del petrolio, dopo che un attacco missilistico degli Houthi ha provocato un incendio su una cisterna di carburante nel Mar Rosso e un attacco di droni ha ucciso tre soldati statunitensi in Giordania.
Non solo, cresce l’attesa per la riunione Fed di questa settimana. Il 31 gennaio sarà svelata la decisione sui tassi, probabilmente ancora invariati, e Powell in conferenza stampa potrebbe offrire indizi più precisi su quando comincerà la diminuzione del costo del denaro.
Evergrande in liquidazione, cosa significa? La Cina sprofonda nella crisi immobiliare
China Evergrande Group ha ricevuto un ordine di liquidazione da un tribunale di Hong Kong, dando il via a quello che è già considerato un processo complesso ed emblematico di una crisi del debito immobiliare che da anni affossa la Cina.
Una liquidazione porterà la società a essere gestita da liquidatori provvisori e ad affrontare diverse delicate questioni, compreso il controllo da parte del fondatore e presidente Hui Ka Yan, ha riferito lunedì mattina il giudice Linda Chan presso l’Alta Corte della città.
La sentenza evidenzia con maggiore chiarezza quanto il colosso immobiliare – con 2,39 trilioni di yuan (333 miliardi di dollari) di passività – sia il simbolo di una crisi cruciale, che ha portato a un rallentamento della crescita economica e a una serie di default in Cina.
Evergrande, che per un certo periodo nell’ultimo decennio è stato il più grande costruttore del Paese in termini di vendite, è andato in default per la prima volta su un’obbligazione in dollari nel dicembre 2021. Da qui si è scatenata un’onda d’urto attraverso i mercati cinesi con gli investitori che temevano il contagio. Pechino ha cercato di porre un freno alla crisi immobiliare, adottando misure per rilanciare le vendite di case e fornire liquidità agli sviluppatori carichi di debiti.
Country Garden Holdings Co., ex costruttore di punta, è ora al centro dell’attenzione degli investitori dopo il suo default di ottobre.
Il mercato presterà molta attenzione a ciò che i liquidatori possono fare dopo essere stati nominati, in particolare se possono ottenere il riconoscimento da uno dei tre tribunali cinesi designati nell’ambito di un accordo del 2021 tra Cina e Hong Kong, ha avvisato l’esperto Lance Jiang, partner legale per la ristrutturazione di Ashurst. “I liquidatori avranno poteri esecutivi molto limitati sulle attività onshore nella Cina continentale se non riescono a ottenere tale riconoscimento”.
I politici cinesi si stanno adoperando per arginare la crisi del debito nel settore immobiliare. La settimana scorsa, la Banca popolare cinese e il Ministero delle finanze hanno annunciato misure per contribuire ad aumentare la liquidità a disposizione degli sviluppatori immobiliari.
Le misure, che saranno valide fino alla fine di quest’anno, contribuiranno ad alleviare la persistente crisi di liquidità per gli sviluppatori cinesi, dopo che Pechino ha represso il settore per affrontare i livelli di debito che si erano accumulati nel comparto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA