Bufera sull’ex ministra della Difesa Trenta, che si è tenuta un prestigioso alloggio dello Stato facendolo assegnare al marito. Era stata indicata dal Movimento 5 Stelle
Da Settembre priva di qualsiasi ruolo pubblico, Elisabetta Trenta vive ancora con il marito nell’alloggio di servizio, nei pressi di una delle piazze più belle di Roma. La questione dell’abitazione romana dell’ex ministra della Difesa imbarazza il dicastero e, soprattutto, il Movimento 5 Stelle, che l’aveva indicata per la formazione del primo governo Conte come “esperta di questioni militari”.
I pentastellati hanno sempre tuonato contro i privilegi della politica, e i contorni della vicenda delineano proprio un caso del genere.
La casa a Roma della ministra Trenta: assegnazione illegittima?
Il Corriere della Sera ricostruisce le fasi dell’assegnazione dell’alloggio e i punti da chiarire. In primo luogo, l’ex ministra ha già una casa nella Capitale (nel quartiere Pigneto), e quindi non avrebbe avuto il diritto di usufruire dell’alloggio. Nel caso in cui i ministri della Repubblica abbiano già una casa, si provvede infatti a “blindarla” con la predisposizione delle misure di sicurezza necessarie.
Regolamento alla mano, l’allora ministra Trenta e il marito, con una casa di proprietà a Roma, non avrebbero potuto entrare in graduatoria per l’assegnazione dell’alloggio. Potrebbe essere lo stesso capo politico dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, a chiedere conto alla sua ex collega.
Trenta, l’alloggio statale assegnato al marito
Il secondo tema è la modalità con cui Trenta ha mantenuto l’alloggio, facendolo assegnare al marito, il maggiore dell’Esercito Claudio Passarelli. Già subito dopo l’arrivo di Trenta al Ministero, il suo rapporto con il marito era stato al centro di polemiche per conflitto d’interessi.
Passarelli era infatti “ufficiale addetto alla segreteria del vice direttore nazionale degli armamenti all’ufficio Affari generali”. In seguito ai dubbi di incompatibilità sollevati dall’opposizione, Trenta aveva annunciato un trasferimento del marito, che però non è mai avvenuto.
Altro aspetto da vagliare è il cosiddetto “livello 1” dell’abitazione, sita al secondo piano di un condominio a poche centinaia di metri da piazza San Giovanni in Laterano. Il livello della “casa di alta rappresentanza”, così la definisce chi l’ha vista, è infatti di molto superiore all’incarico e al grado del consorte.
La replica della ministra Trenta
La ministra Trenta ha replicato alle accuse dell’articolo con un post su Facebook. “L’alloggio è stato assegnato ad aprile 2019, seguendo l’opportuna e necessaria procedura amministrativa, esitata con un provvedimento formale di assegnazione da parte del competente ufficio”.
Trenta afferma di aver chiesto l’alloggio di servizio “perché più vicino alla sede lavorativa, nonché per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza”. Secondo regolamento, inoltre, avrebbe avuto tre mesi di tempo per lasciare la casa, termine che non è ancora scaduto.
Trenta annuncia querela per bocciatura 007
In una notizia collegata, la ministra Trenta ieri ha minacciato di procedere per vie legali, a proposito di un articolo de Il Giornale sulla sua bocciatura all’Aise, l’intelligence italiana.
“Trovo grave che documenti così delicati escano sulla stampa, vuol dire che il Paese non è sicuro”, ha detto Trenta. “Procederà per tutelare il mio buon nome, ma non voglio parlare di me stessa. Dico solo che è grave che nel Paese succedano queste cose”.
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