Da inizio 2019 il social ha chiuso il numero record di 5,4 miliardi di profili falsi, in continuo aumento negli anni
Facebook ha chiuso 5,4 miliardi di account falsi quest’anno, un numero in aumento vertiginoso se si pensa che lo scorso maggio ne aveva rimossi 2,2 miliardi, e 3,3 miliardi totali in tutto il 2018.
Dalla stessa piattaforma hanno fatto sapere che ne potrebbero essere rimasti ancora milioni attivi.
Circa il 5% della base utenti mensile - pari a quota 2,5 miliardi - è quindi costituita da account fake, malgrado i progressi sul fronte tecnologico che hanno permesso alla compagnia di intercettare più facilmente le profilazioni fasulle e i cosiddetti «bot».
Il dato evidenzia l’enorme sfida a cui si trova di fronte Facebook, mentre prepara una stagione elettorale ad alto rischio negli Stati Uniti: analisti e Authority di settore prefigurano un’ondata di contenuti falsi e fuorvianti sui social media, specie a seguito delle rivelazioni sulle ingerenze elettorali nel 2016.
Facebook: chiusi 5,4 miliardi di account falsi quest’anno
Il CEO Mark Zuckerberg ha inquadrato l’enorme numero di account rimossi come un chiaro segnale della serietà nell’affrontare il problema, invitando altre piattaforme a divulgare simili informazioni:
“Numeri così alti non significano necessariamente un numero elevato di contenuti dannosi: significa solo che stiamo lavorando di più sulla questione”.
La quota di account disabilitati ha raggiunto il picco all’inizio dell’anno, quando l’azienda ha dichiarato di averne chiusi più di 2 miliardi nel solo periodo che va da gennaio a marzo.
Ha poi rimosso relativamente meno account nei successivi tre mesi - 1,5 miliardi - calo motivato con il miglioramento degli automatismi che bloccano i fake prima dell’attivazione. Eppure, quel numero è ora di nuovo in aumento: l’ultimo report segna quota 1,7 miliardi da luglio a settembre.
L’annuncio è parte del più ampio rapporto sulla trasparenza del gruppo di Zuckerberg, che per la prima volta include informazioni anche su Instagram.
Tra aprile e settembre, Facebook ha raccolto circa 3 milioni di contenuti che violavano le policy contrarie alla vendita di droghe.
La società ha agito contro altri 95.000 contenuti di Instagram relativi alle vendite di armi. I dati su Instagram comprendono anche il contrasto allo sfruttamento dei minori, alle tematiche relative a suicidio, autolesionismo, propaganda terroristica, bullismo ed hate speech.
A inizio anno, la piattaforma ha cominciato a consentire ai suoi algoritmi di rimuovere automaticamente contenuti etichettati come incitamento all’odio, con un massiccio procedimento di esclusione che ha riguardato 7 milioni di contenuti tra luglio e settembre.
Si tratta di un aumento di quasi il 60% rispetto al periodo che va tra aprile e giugno. Di quei 7 milioni, oltre l’80% è stato rilevato e rimosso da Facebook prima che anche un solo utente lo visualizzasse, secondo quanto affermato dalla società.
Negli ultimi mesi, la piattaforma è stata oggetto di forti critiche da parte dei gruppi per i diritti civili, per via della diffusione dell’odio che contribusce a propagare. Successivamente, Zuckerberg ha incontrato diversi rappresentanti di associazioni per discutere le più efficaci modalità di contrasto al linguaggio offensivo, con conseguente tutela della fasce più vulnerabili sui social media.
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