La Fase 2 annunciata da Conte continua a suscitare polemiche e perplessità. Non piace la decisione sulle blande ripartenze dal 4 maggio. Perché è stata scelta l’apertura a ondate? Lo ha spiegato Colao.
Fase 2 ancora sotto i riflettori e, soprattutto, nel mirino delle critiche. Nonostante Conte abbia a più riprese spiegato che il rischio di un aumento dei contagi è ancora troppo alto per permettere una riapertura ampia dal 4 maggio, la spinta ad accelerare lo sblocco è forte.
Intervistato da “Il Corriere della Sera”, Vittorio Colao ha provato a spiegare perché la strategia dell’apertura a ondate è stata saggia. La prudenza resta ancora dominante nelle scelte per riavviare la normalità in Italia.
La gradualità nelle ripartenze servirà a capire quanto il sistema nazionale potrà reggere senza ricadere in una nuova ondata.
Colao: “apertura a ondate per verificare il sistema”
Non ha dubbi Colao sulla validità delle scelte prese in vista dell’allentamento - blando secondo molti - che ci sarà con la Fase 2:
“Dal 4 maggio rimettiamo al lavoro quattro milioni e mezzo di italiani, tra costruzioni, manifattura, servizi collegati, ovviamente nel rispetto dei protocolli. Molti sono già partiti lunedì. Ne rimangono due milioni e 700 mila, più la pubblica amministrazione. È una base per poter fare una riapertura progressiva e completa. Sarà un test importante.”
L’Italia è ancora in stretta osservazione, quindi, lontana da certezze sul definitivo scampato pericolo epidemiologico. Per questo, il responsabile della task force ha voluto precisare che “un’apertura a ondate permette di verificare la robustezza del sistema”.
Progressività, quindi, come parola chiave di questa Fase 2. Colao è convinto che la gradualità dovrà ancora essere rispettata, perché il virus c’è, non è stato definitivamente sconfitto e la decisione di riaprire su larga scala e subito potrebbe essere fatale.
Questa la sua spiegazione:
“La riapertura progressiva ti fa capire meglio a quale velocità devi andare. È una malattia che non ha una mortalità altissima, ma può mettere in ginocchio il sistema sanitario; è un dovere morale evitarlo. Sento parlare di distanziamento sociale; dovremmo parlare di distanziamento fisico.È il momento di collaborare, tutti: andando in ufficio in bicicletta, spalmando gli orari di ingresso, continuando con lo smart-working”.
Come ripartire in sicurezza? Queste le condizioni
La stessa ripartenza che si avvierà dal 4 maggio, ha bisogno di alcune regole e prospettive chiare, in nome della sicurezza.
La task force di Colao ha posto tre precondizioni da monitorare per garantire un riavvio del Paese senza brutte sorprese: il controllo dell’andamento dell’epidemia ogni giorno; la tenuta di tutto il sistema ospedaliero; la disponibilità dei dispositivi di protezione.
E nel caso il virus dovesse tornare a contagiare in modo allarmante, “l’approccio non dovrà essere nazionale e neppure regionale, ma microgeografico: occorre intervenire il più in fretta possibile, nella zona più piccola possibile”.
Queste le basi e le premesse indicate già per il 4 maggio. La Fase 2 è moto delicata a detta di Colao e degli esperti. Tutto il prossimo futuro potrebbe dipendere proprio dall’andamento del prossimo mese.
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