La Fase 2 sarà annunciata a breve e i sindaci d’Italia hanno le idee chiare su cosa sia urgente per far ripartire i Comuni. Mentre si avvia l’incontro tra Conte e gli enti locali, ecco cosa chiedono i primi cittadini al Presidente del Consiglio
Hanno un elenco chiaro di richieste i sindaci in vista della tanto attesa - e imminente - Fase 2. Dal 4 maggio, la ripartenza dell’Italia non potrà prescindere dalle esigenze dei comuni italiani, il cuore pulsante dell’economia e della società nazionale.
Per questo, l’Anci ha scritto una lettera aperta a Conte, nella quale sono state scandite tutte le priorità degli enti locali, nella speranza che il vertice di oggi, 26 aprile, con il Presidente del Consiglio dia i frutti sperati per far ripartire in sicurezza i territori nazionali.
La confusione e il ritardo nelle informazioni e l’inadeguatezza degli strumenti economici a disposizione sono le questioni che più preoccupano i sindaci. Per questo, le loro proposte a Conte sono puntuali e avanzate con una certa pressione.
Cosa chiedono i sindaci a Conte per la Fase 2
La collaborazione con il Governo non mancherà, come è sempre stato dimostrato in questo difficile momento per l’Italia. Questo si legge innanzitutto nella lettera dei sindaci al Presidente del Consiglio.
Allo stesso tempo, però, si pretendono risposte celeri, chiare ed efficienti da parte del Governo, in primis di Conte. I comuni stanno pressando l’esecutivo su alcune questioni considerate imprescindibili per allentare le misure restrittive.
I primi cittadini, infatti, sono spesso gli interlocutori diretti della popolazione e devono poter rispondere ai bisogni in modo funzionale. Tra le richieste più urgenti spiccano:
- avere prima del 4 maggio l’elenco delle imprese che riaprono
- mascherine a prezzi fissi e calmierati, con disposizioni sull’uso corretto
- sostegno al trasporto locale
- incentivi per mobilità elettrica
- semplificazione per piste ciclabili
- bonus bebè e babysitter
- liquidità per comuni e Città metropolitane
Nello specifico, nell’ambito del sostegno economico, i sindaci premono affinché si possa:
“Migliorare il coordinamento delle misure di sostegno economico per i numerosi settori produttivi colpiti duramente dall’emergenza in modo da assicurare a tutti liquidità in tempi rapidi ed effettivo sostegno con particolare attenzione al settore turistico e balneare”
Il problema della liquidità finanziaria per i comuni, inoltre, riguarda anche la mancanza di fondi dovuta al minor gettito fiscale a livello locale. La richiesta, quindi, è di “rifinanziare i cd. buoni spesa già erogati dai Comuni e assegnare ai Sindaci un plafond di risorse per il sostegno al reddito strettamente legato agli effetti sociali ed economici dell’emergenza”.
Le preoccupazioni dei sindaci: cosa accadrà il 4 maggio?
Se è vero che la prudenza deve ancora dominare anche la Fase 2, i sindaci sono i primi a mostrare seria preoccupazione per quello che succederà il 4 maggio.
Le parole di Decaro, presidente dell’Anci, sono eloquenti al riguardo:
<quote“Non stiamo uscendo dalla pandemia e dal rischio del contagio. E sono preoccupato dal fatto che magari tutti pensiamo che dal 4 maggio possiamo tornare a fare quello che facevamo prima ma in realtà non è così. Dobbiamo abituarci a vivere in maniera diversa rispetto al passato. Dalla cabina di regia ci aspettiamo indicazioni precise”
Anche su temi centrali per la vita quotidiana delle persone: come funzioneranno i trasporti pubblici? Come si potrà rispettare il distanziamento sociale su bus e metro? Domande cruciali, sulle quali sono spuntate le prime possibili proposte per una mobilità diversa.
E le famiglie, come faranno a lavorare con i figli in casa senza scuola? Servono soluzioni, come, ad esempio, la possibilità di campi estivi negli oratori.
I temi sul tavolo sono davvero molti. I sindaci aspettano risposte concrete sulla Fase 2. Conte dovrà dare indicazioni molto chiare, già dall’incontro del 26 aprile.
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