Commercialisti sul piede di guerra. Fattura elettronica e riforma della crisi di impresa rappresentano la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma al centro non c’è tanto la politica, quanto le accuse contro il CNDCEC.
La fattura elettronica e il codice della crisi d’impresa hanno acceso la miccia della polemica tra i commercialisti, con l’Ordine di Roma e i sindacati di categoria che rivolgono parole dure contro il CNDCEC e il suo Presidente, Massimo Miani.
Non soltanto il Consiglio Nazionale sarebbe compartecipe del caos generato dall’avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica, ma viene accusato da molti commercialisti di essere rimasto in silenzio quando venivano strappate alla categoria proprie competenze.
Oggetto della dura accusa del Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma, Mario Civetta, è l’inclusione dei consulenti del lavoro tra i soggetti che concorreranno alle nuove procedure in materia di crisi d’impresa.
Una prerogativa strappata ad avvocati e commercialisti, a causa dell’incapacità del Consiglio Nazionale di farsi ascoltare dalle istituzioni e che, secondo il Presidente Civetta e i Sindacati di categoria, è causa diretta dell’avvio ad ostacoli della fattura elettronica.
Fattura elettronica e crisi d’impresa, tra i commercialisti scoppia la guerra
Dire che la lettera dell’Ordine di Roma inviata al CNDCEC sia un vero e proprio atto d’accusa non è esagerato.
Fattura elettronica e riforma della crisi d’impresa sono soltanto due dei fallimenti recenti della categoria, con molti commercialisti che lamentano il rischio di un progressivo venir meno delle prerogative della propria professione.
Il Presidente dell’Ordine Mario Civetta, che non è la prima volta che si rivolge con toni duri nei confronti del Presidente Massimo Miani, nella lunga lettera del 18 gennaio 2019 parte dall’ultima di quella che lui definisce una serie di sconfitte subite dalla categoria negli ultimi due anni.
A molti commercialisti non va giù che il nuovo codice della crisi d’impresa abbia incluso i consulenti del lavoro tra i soggetti chiamati a svolgere le funzioni di curatore, commissario giudiziale e liquidatore.
Una sconfitta che si affianca al mancato ascolto delle richieste della categoria in merito alla fatturazione elettronica e alla necessità di un avvio graduale, che escludesse in una prima fase soprattutto le imprese più piccole. Critiche anche per il software HubB2B, messo a disposizione ormai troppo tardi e quando studi e imprese si erano già organizzati.
Due insuccessi per i quali la richiesta non sono le dimissioni del Presidente Miani ma un cambio di passo.
La paura che i commercialisti spariscano. ADC chiede assemblea plenaria straordinaria
Le polemiche sul furto di competenze e sul progressivo venir meno del ruolo centrale del commercialista (sostituito, per quel che riguarda gli adempimenti “compilativi”, dalla digitalizzazione) animano anche l’ADC, il sindacato unitario di categoria:
“All’inizio furono i CAF.
Poi il digitale dell’Italia. A pagamento.
Poi la dichiarazione pre-compilata, poi l’equipollenza dell’esame di stato per i
Revisori, poi ancora la FF.EE..
Sembra la notte dei tempi.”
È necessario aprire gli occhi e rendersi conto delle sconfitte e ripartire da un’assemblea plenaria straordinaria, con tutti gli Iscritti agli Albi dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
L’obiettivo è quello di delineare il futuro della categoria, con il Consiglio Nazionale che “dovrà riflettere sulle modalità di azione che ha adottato a difesa della categoria e rendere conto della mancanza di risultati”.
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