Fernanda Wittgens, la biografia: chi è, cosa ha fatto e malattia

Giorgia Bonamoneta

31 Gennaio 2023 - 18:29

Fernanda Wittgens, prima direttrice della Pinacoteca di Brera, ha intrecciato la propria vita con l’arte e gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale. Ecco chi è e cosa ha fatto.

Fernanda Wittgens, la biografia: chi è, cosa ha fatto e malattia

È Fernanda Wittgens la donna a cui l’Italia deve il salvataggio e la conservazione di numerosi capolavori dell’arte. Protagonista di un film della Rai, Fernanda Wittgens è l’esempio di una donna colta, di potere e non sposata che ha combattuto contro il patriarcato imperante prima, durante e dopo il secondo conflitto mondiale per salvaguardare parte del patrimonio artistico italiano. Una lotta titanica, non affatto facile e che ha messo in gioco la vita e la morale della persona.

Ma chi era Fernanda Wittgens e qual è la sua storia? Poco nota, come spesso accade alle donne nella storia, Fernanda Wittgens ha molto da raccontare. Dalla passione per l’arte, la conservazione delle opere, la messa in fuga di cittadini ebrei da Milano e la ricostruzione di Palazzo Brera. Ecco cosa sappiamo su Fernanda Wittgens, su chi era e cosa ha fatto per l’arte e non solo.

Fernanda Wittgens: biografia e carriera tra arte e guerra

La vita di Fernanda Wittgens si è intrecciata con la storia dell’arte italiana e la storia del secondo conflitto mondiale. Fernanda Wittgens nasce a Milano nel 1903, figlia di un professore del liceo Parini dal quale apprende la passione per l’arte. Laureata in Storia dell’arte, ottiene un lavoro nelle stanze della Pinacoteca di Brera sotto la direzione di Ettore Modigliani. Nel 1928 le viene affidata la campagna di restauro degli affreschi di Milano e dintorni e insieme a Modigliani studierà il Cenacolo di Leonardo da Vinci.

Nel 1935 verrà nominata ispettrice per i Beni Culturali a Brera e nel 1940 ottiene il ruolo di direttrice. Tra il 1941 e il 1942 Fernanda Wittgens accompagnò personalmente moltissimi dei capolavori italiani in luoghi di rifugio. Senza scorta, lottando contro banditi e altre difficoltà riuscì a nascondere, in molti casi nei pressi di Perugia, opere di Mantegna, Raffaello e tanti altri.

Nel luglio del 1944, in seguito a diverse azioni di resistenza come la messa in fuga dei cittadini ebrei, una soffiata porta le guardie alla sua porta e viene arrestata. Dopo il rilascio tornerà a lavorare a Brera, alla ricostruzione della Pinacoteca di cui era rimasta soltanto “una funerea testimonianza di travi arse dalle bombe incendiarie” (citazione dagli scritti di Fernanda Wittgens).

La ricostruzione di Brera: la potente Wittgens contro tutti

La ricostruzione della Pinacoteca di Brera fu difficile e ostacolata. Solo grazie alla caparbietà di Fernanda Wittgens e il lavoro di molti tra restauratori e operai si riuscì a rimettere in piedi Brera, riportare le opere al loro posto e ad accaparrarsi anche la presenza del Guernica di Picasso in una zona del palazzo ancora distrutta.

Viene oggi ricordata Wittgens per il suo impegno verso il Paese, l’arte ma soprattutto le persone che riuscì a mettere in fuga e a salvare. Dopotutto l’arte e vita si incontrano nella sua figura. Secondo Wittgens era troppo comodo dirsi intellettuali in tempi di pace e neutrale in situazioni di pericolo e lei non lo ha mai fatto.

La storia di Fernanda Wittgens dimostra come le donne non sono soltanto fonte dell’ispirazione artistica, delle muse oggetto di qualche artista. Esiste un’altra storia accanto a quella canonica, una storia dell’arte che comprende le donne come soggetti attivi, come artiste e curatrici, come intellettuali ed eroine.

Un percorso breve ma intenso: la morte prematura e le onorificenze

Fernanda Wittgens morì prematuramente l’11 luglio 1957. Si ammalò tempo prima, ma continuò a lavorare anche se soffriva le conseguenze della malattia. Alla sua morte furono in molti, migliaia le persone che parteciparono per ricordare la prima direttrice della Pinacoteca di Brera, la donna che aveva salvato tante vite innocenti di ebrei e moltissimi capolavori italiani.

Nel corso della sua vita le vennero riconosciute delle onorificenze importanti, come la medaglia d’oro dell’Ambrogino d’oro della città di Milano nel 1949, la medaglia d’oro ai Benemeriti della cultura e dell’arte 1957 e l’onorificenza ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana il 2 giugno del 1956.

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