Fringe benefit per chi si trasferisce per lavoro: le novità in Legge di Bilancio 2025

Patrizia Del Pidio

23 Ottobre 2024 - 12:55

Fringe benefit per i lavoratori dipendenti assunti a partire dal 1° gennaio 2025 che trasferiscono la residenza per lavoro. Vediamo la novità.

Fringe benefit per chi si trasferisce per lavoro: le novità in Legge di Bilancio 2025

Fringe benefit aumentati in manovra per chi si trasferisce per lavoro, una misura volta a favorire la mobilità dei lavoratori. La Legge di Bilancio 2025 prevede la novità sui fringe benefit che ha lo scopo di rilanciare l’occupazione e lo sviluppo territoriale con particolare attenzione per il Mezzogiorno. Si tratta di uno dei temi centrali del Piano Casa, nato dal confronto del governo con Confindustria.

Il Piano Casa si affianca a un altro strumento studiato per favorire il trasferimento dei lavoratori, ovvero i fringe benefit maggiorati per i nuovi assunti che si trasferiscono per lavoro a oltre 100 chilometri di distanza dalla propria residenza.

L’importo è aumentato fino a 5.000 euro. In questo modo si vuol tentare di dare alle imprese una maggior facilità di reperire mano d’opera specializzata che, senza incentivi non sarebbe pronta a trasferirsi (visto che un trasferimento comporta delle spese non certo irrisorie, prima tra tutti quella relativa all’abitazione).

Incentivi a chi si trasferisce per lavoro

Una delle novità della Manovra è rappresentato da una misura che dovrebbe sostenere i lavoratori che si trasferiscono per lavoro. La norma è destinata a far diventare più attraente il trasferimento di chi non vive vicino alle aree industriali riducendo l’impatto economico del trasferimento stesso. Al contempo, però, permette alle aziende che cercano mano d’opera specializzata e non la trovano a livello locale, di poter cercare in tutta Italia.

In cosa consiste il Piano casa 2025?

Lo strumento principale previsto è l’ampliamento dei fringe benefit per pagare l’affitto. Attualmente il datore di lavoro può riconoscere ai propri dipendente un massimo di 2.000 euro (esentasse) come rimborso per le spese di affitto. Il Piano Casa mira a estendere l’agevolazione fino a 5.000 euro per l’esenzione, esclusivamente per i neoassunti che si trasferiscono a oltre 100 chilometri da casa.

Il fringe benefit deve essere destinato al pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dell’immobile locato dai dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025. Queste somme non concorrono, per i primi due anni dalla data di assunzione, a formare il reddito ai fini fiscali entro il limite complessivo di 5.000 euro annui e sono esclusi dal reddito ai fini contributivi.

Tale novità è destinata a chi ha un reddito da lavoro dipendente nell’anno precedente all’assunzione, che non supera i 35.000 euro ed è necessario che il neo assunto abbia trasferito la residenza oltre un raggio di 100 chilometri calcolato tra il precedente luogo di residenza e la nuova sede di lavoro contrattuale.
Le somme, sia erogate che rimborsate rilevano ai fini Isee.

Il piano di Confindustria

Nelle intenzioni del Piano Casa, però, non ci si dovrebbe limitare ai fringe benefit. Si vorrebbero prevedere anche incentivi abbastanza corposi per le aziende che costruiscono alloggi per i dipendenti. In questo modo si vuol andare a ridurre i costi di abitazione per chi sceglie di trasferire la propria residenza per motivi di lavoro, visto che le aziende, poi, dovrebbero riconoscere gli alloggi stessi con prezzi calmierati che non superino i 500 euro mensili (si era parlato, inizialmente, di non incidere a più di un terzo dello stipendio).

Il Piano Casa, inizialmente, era stato discusso nel corso di un tavolo interministeriale tra il ministro Giancarlo Giorgetti e il Ministro del Made in Italy (Adolfo Russo) durante il quale proprio il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, aveva sollevato la questione degli alloggi per incentivare i lavoratori al trasferimento.

Con la Manovra 2025, di fatto, il governo risponde alla richiesta di venire incontro alle aziende che faticano a trovare personale specializzato in loco per il costo troppo alto della vita per i lavoratori che devono coprire anche alte spese di alloggio (la cosa, di fatto, non spinge i lavoratori a trasferirsi).

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