Furbetti del Natale: denuncia penale per chi viola le regole dell’ultimo DPCM?

Antonio Cosenza

06/12/2020

Agostino Miozzo, coordinatore del CTS, chiede che venga applicata alla lettera la normativa: per questo motivo, i furbetti del Natale che non rispettano quanto previsto dall’ultimo DPCM dovrebbero essere denunciati e perseguiti penalmente.

Furbetti del Natale: denuncia penale per chi viola le regole dell’ultimo DPCM?

Secondo Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, è necessario perseguire penalmente i furbetti del Natale, ossia coloro che decideranno di non rispettare le regole indicate dal nuovo DPCM per le festività.

Il coordinatore del CTS, l’organo a cui il Governo si è affidato per la gestione della crisi sanitaria, ritiene ci sia il rischio per cui “il meccanismo emulativo” che potrebbe crearsi prima e dopo le feste abbia delle conseguenze davvero drammatiche. Immagina, infatti, che ci saranno “furbetti” che proveranno ad aggirare le regole, specialmente quelle previste per gli spostamenti, così da passare le feste in compagnia di amici e parenti. Il timore di Miozzo è che questi possano innescare un processo dove anche le altre persone si chiederanno il perché “non farlo se qualcuno lo fa” e che di conseguenza ci sarà una trasgressione generalizzata di quanto indicato nel nuovo decreto.

Questo processo si potrà fermare solamente con un duro piano di controlli (già annunciato dal Viminale), ma anche con l’applicazione ferrea delle norme. A tal proposito, Miozzo ha dichiarato al Messaggero di sperare nell’attuazione rigida di diritto e pene: un’applicazione che comporterebbe non solo una multa per i furbetti del Natale, ma anche una vera e propria denuncia penale.

Denuncia penale per chi viola le norme contenute nell’ultimo DPCM?

Il coordinatore del CTS, intervistato dal Messaggero, ritiene che in Italia ci sia la “tendenza a non avere lo stesso rispetto delle indicazioni del Governo che hanno in Nord Europa e nei Paesi orientali”. E aggiunge: “I popoli mediterranei sono più indisciplinati”, ma nonostante ciò durante il primo lockdown “abbiamo stupito tutti”.

Va anche detto che ad oggi gran parte della popolazione italiana sta rispettando norme e raccomandazioni dettate dal Governo. A preoccupare Miozzo, però, sono i “soliti furbetti” e le conseguenze che questi potrebbero avere sul resto della popolazione.

Miozzo si riferisce a coloro che si muovono nelle “zone grigie” lasciate dal Governo, ossia sfruttando quelle giustificazioni che consentono di derogare ad una restrizione spesso fornendo una falsa dichiarazione. A preoccupare, come già anticipato, è l’atteggiamento emulativo che un tale comportamento potrebbe innescare, con tante altre persone che potrebbero prenderne esempio per aggirare la normativa e passare il Natale con amici e parenti.

E secondo Miozzo per fermare un tale processo c’è bisogno solamente di una cosa: applicare in maniera ferrea quanto previsto dalla normativa riguardo a coloro che forniscono una falsa dichiarazione, provvedendo ad una denuncia penale per chi trasgredisce.

Denuncia penale per i furbetti del Natale: quali rischi?

Nel dettaglio, Miozzo ritiene che la multa per chi trasgredisce le norme anti Covid, ad esempio quelle previste dal nuovo DPCM con le quali verranno limitati gli spostamenti nel periodo natalizio, non sia sufficiente. Ricordiamo che si tratta di una sanzione che va dai 400,00€ ai 1.000,00€ di importo; tuttavia, con la sola pena pecuniaria c’è il rischio - sempre secondo il coordinatore del CTS - che passi il messaggio per cui “si tratta di una sorta di multa per divieto di sosta”.

C’è il rischio che qualcuno dica “chi se ne frega” e per questo decida di correre il rischio di violare le restrizioni anti Covid.

Per questo motivo, secondo Miozzo, quando un soggetto produce una falsa autocertificazione non è sufficiente la sanzione amministrativa: serve - come già previsto dalla normativa - una denuncia per falso in atto pubblico.

Attenzione: non è Miozzo, quindi, a chiedere che venga introdotta la denuncia penale per i furbetti. Questa è già prevista dal nostro Codice Penale, il quale per il reato di falso in atto pubblico - descritto dall’articolo 483 del C.P. - prevede la reclusione fino a due anni (e quando si tratta di falsa attestazioni in atti dello Stato civile la reclusione non può essere inferiore a 3 mesi).

Miozzo piuttosto chiede che questa norma venga applicata alla lettera. In genere, infatti, le autorità si sono limitate a multare coloro che sono stati scoperti nel trasgredire le regole; serve un cambio di rotta secondo il CTS, convinto che solo con la denuncia penale - e la conseguente possibilità di dover rispondere del reato davanti ad un giudice - si riescano a bloccare le violazioni del DPCM.

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