Il furto di beni rubati è reato, anche il ladro può denunciare

Ilena D’Errico

16 Febbraio 2025 - 16:32

Il furto di beni rubati è un reato a tutti gli effetti, quindi anche il ladro può rivolgersi alle forze dell’ordine. Esiste una sola eccezione.

Il furto di beni rubati è reato, anche il ladro può denunciare

In Italia è molto diffusa la condizione per cui chi commette alcuni crimini, come il furto, sia molto più tutelato rispetto alle vittime. Molti cittadini hanno questa percezione, sebbene non sia in alcun modo confermata dal nostro ordinamento. Oltre a singolari casi di cronaca, complice una trattazione spesso più sensazionalistica che informativa, ci sono situazioni paradossali per i non addetti al settore che alimentano questa idea. Cerchiamo quindi di capire quando è reato rubare una cosa già rubata sottraendola al ladro e perché.

Il reato di furto

Il reato di furto viene disciplinato dall’articolo 624 del Codice penale, che lo punisce con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 154 a 516 euro. La legge considera come furto il comportamento di chi sottrae una cosa mobile non propria alla persona che la detiene, ricavandone un vantaggio. Ci sono degli elementi ben specifici che la condotta deve avere per integrare il reato, che possiamo così riassumere:

  • impossessamento, l’intenzione di appropriarsi del bene altrui;
  • sottrazione del bene alla persona che lo detiene, anche quando non coincide con il proprietario;
  • un profitto, anche non necessariamente patrimoniale.

Rubare al ladro

La Corte di Cassazione è intervenuta più volte sul concetto di detenzione, chiarendo che il reato tutela genericamente il bene giuridico del possesso e non soltanto la proprietà. Subisce il furto e può difendersi legalmente, quindi, anche la persona a cui è stato materialmente sottratto l’oggetto appartenente a un terzo. Si ricorda che il reato di furto è procedibile a querela di parte, tranne particolari eccezioni come lo stato di incapacità della vittima.

In ogni caso, da questa definizione si delinea un concetto facile da ordinare in termini provocatori: chi ruba oggetti a un ladro può essere denunciato (o, per meglio dire, querelato). In effetti, la legge non specifica nulla sulla legittimità della detenzione ed è proprio quest’ultima a permettere uno degli elementi caratterizzanti del reato. Di conseguenza, sottrarre degli oggetti rubati (indipendentemente dalla contezza del primo furto) è a tutti gli effetti un reato, che il ladro può denunciare alle autorità senza problemi. Non ci sono nemmeno delle attenuanti ipotizzabili, visto che si tratta di reati indipendenti fra loro.

Ovviamente, la correttezza formale di questo principio non si traduce necessariamente nella realtà dei fatti. Non perché il “secondo furto” non costituisca a tutti gli effetti un reato, quanto piuttosto perché difficilmente il “ladro derubato” si rivolge alle forze dell’ordine per far valere il proprio diritto. Nell’eventualità, comunque, potrebbe farlo e anche se dovesse far trapelare la sua colpa nulla cambierebbe per il ladro successivo.

Posso riprendermi gli oggetti rubati?

Il ladro può querelare per furto chi gli sottrae la merce rubata, a meno che l’autore del secondo reato coincida con il legittimo proprietario dei beni. Anche questa situazione, decisamente più frequente rispetto alla precedente, è stata affrontata dalla Cassazione in più occasioni e non è affatto semplice come potrebbe apparire. È infatti necessario bilanciare il diritto di proprietà con la deterrenza della giustizia fai da te, deleteria e controproducente. Molti cittadini ipotizzano una tutela degli autori di crimini come il furto che in realtà non traspare in alcun modo dalle leggi, anche per quanto attiene al riappropriarsi dei beni rubati.

Come anticipato, infatti, il furto si caratterizza sì perché la cosa mobile viene sottratta a un’altra persona che la detiene ma anche dal fatto che chi se ne impossessa non coincide con il proprietario. Molto semplicemente, non è possibile rubare un oggetto proprio, mancando completamente gli elementi del reato. Ciò non significa che chi subisce un furto debba mettersi all’opera per organizzare un colpo ai danni del ladro, mettendosi anche in una situazione di pericolo oltre che potenzialmente illegale.

L’esempio classico è della persona che vede sul marciapiede la propria bicicletta e decide di riprendersela. Accertarsi della proprietà è in ogni caso fondamentale, così come evitare di fare uso della violenza (sia sulle persone che sulle cose) per non commettere il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Quest’ultimo viene disciplinato dall’articolo 393 del Codice penale, punendo con la reclusione fino a 1 anno chi esercita le proprie ragioni con violenza e/o minaccia. In caso di violenza sulle cose si aggiunge la multa fino a 206 euro alla reclusione, che aumenta se il fatto è commesso con armi.

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