Gas da Angola e Congo, l’Italia chiude gli accordi. Ma l’indipendenza dalla Russia è lontana

Stefano Rizzuti

21/04/2022

L’Italia ha siglato l’accordo con l’Angola e si appresta a concludere quello con il Congo per l’importazione del gas. Ma basterà per sostituire le forniture russe?

Gas da Angola e Congo, l’Italia chiude gli accordi. Ma l’indipendenza dalla Russia è lontana

Le missioni in Angola e Congo porteranno a nuovi accordi e nuove forniture di gas. Ma per sostituire il gas russo la strada è ancora lunga e in salita. L’ultima intesa è quella siglata a Luanda durante la missione dei ministri degli Esteri, Luigi Di Maio, e della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, con l’ad di Eni Claudio Descalzi.

L’accordo stipulato con l’Angola prevede nuove attività nel settore del gas, un aumento delle esportazioni verso l’Italia e nuovi progetti congiunti per la decarbonizzazione in Angola. L’Italia punta quindi su nuove forniture.

Di Maio rivendica l’attività del governo italiano che sta differenziando le fonti di approvvigionamento energetico attraverso accordi sui settori delle rinnovabili, dei biocarburanti e del Gnl. Operazione voluta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che doveva essere a Luanda ma non è potuto partire risultando positivo al Covid.

Draghi ha parlato telefonicamente con il presidente della Repubblica di Angola, Joao Manuel Goncalves Lourenco, prima della firma dell’accordo. Oggi per Di Maio, Cingolani e Descalzi ci sarà la seconda tappa della missione nella Repubblica del Congo, a Brazzaville. Ma quali sono, realmente, gli obiettivi raggiunti attraverso queste missioni? E bastano le nuove forniture per rimpiazzare Mosca?

Quanto aumentano le forniture del gas grazie ad Angola e Congo

L’Italia sta stringendo nuovi accordi sul gas con diversi Paesi africani: prima l’Algeria, ora Angola e Congo e poi sarà il turno del Mozambico. L’obiettivo è riuscire a sostituire, entro il 2023, il 50% delle forniture di gas russo. Gran parte della quantità arriverebbe dall’Algeria (9 i miliardi aggiuntivi), ma anche da tutti gli altri Paesi, compreso l’Egitto.

Per quanto riguarda gli ultimi accordi, quelli con Angola e Congo, si parla di circa 6 miliardi di metri cubi annui quando le forniture arriveranno a regime. Da Angola e Congo dovrebbe arrivare soprattutto Gnl, gas naturale liquefatto. I cui costi sono maggiori e servono i rigassificatori, che ora in Italia sono solo tre.

Come spiega in un’intervista a La Stampa il ministro Cingolani adesso l’Italia punta ad aumentare la capacità di rigassificazione, aggiungendo ai tre impianti presenti altri due galleggianti, che non dovranno rimanere per sempre.

Si avvicina lo stop al gas russo?

L’Italia intanto si affretta ad aumentare le forniture di gas temendo che lo stop alle importazioni dalla Russia possa arrivare molto presto. Secondo Stefano Besseghini, presidente Arera, uno stop al gas russo potrebbe arrivare già a maggio: “Credo che potrebbe accadere”, dice in un’intervista al Corriere della Sera. E in questo caso si rischia di non riempire completamente gli stoccaggi.

Anche Cingolani ritiene che si debba presto interrompere la fornitura di gas dalla Russia, “per una questione etica”. Perché, come spiega il ministro, attraverso il mercato energetico “diamo quasi un miliardo di euro al giorno alla Russia e capite bene che stiamo indirettamente finanziando la guerra”.

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