I prezzi di gas naturale ed energia elettrica raggiungono nuovi picchi, nel pieno di una crisi energetica che sta mostrando diversi volti a un’Europa in gravi difficoltà.
Il prezzo di riferimento dell’energia elettrica in Europa è salito a un livello record per la quinta sessione di negoziazione consecutiva, mentre non vi sono segnali di rallentamento del rally del gas naturale.
I prezzi olandesi del gas naturale per il mese prossimo sono aumentati fino al 6,5% negli scambi all’inizio di martedì, segnando il valore intraday più alto dall’inizio di marzo.
Il mercato energetico è guidato dalle preoccupazioni sul fatto che le scarse forniture di gas per l’Europa non saranno in grado di generare elettricità sufficiente quest’inverno. La capacità nucleare della Francia, per esempio, è estremamente bassa, intaccando la possibilità di esportazioni di energia nei prossimi mesi.
L’aumento dei prezzi dell’energia sta alimentando le bollette domestiche e il costo di tutto, dalla produzione del cibo al riscaldamento, fino all’alimentazione delle vetrerie. L’energia sta guidando l’inflazione in tutta Europa, spingendo gli aumenti dei costi al consumo in territorio a doppia cifra.
Intanto, il gas nel benchmark di Amsterdam viaggia abbondantemente oltre i 220 euro al megawattora.
Energia a caro prezzo: in Europa il gas torna oltre i 200 euro
Alle ore 8.18 i futures sul gas olandese marcano 226 euro per megawattora. La preziosa materia prima energetica è tornata a salire e la notizia non è affatto buona per la già complessa situazione in Europa.
Con un +2,5% a 225,50 euro al megawattora alle 9:25 ad Amsterdam, i prezzi sono circa 12 volte superiori alla media stagionale degli ultimi cinque anni. Intanto, l’energia elettrica tedesca è aumentata del 2,7% a 490 euro per megawattora sull’European Energy Exchange AG nelle prime contrattazioni di martedì.
Il prezzo è più che raddoppiato da giugno, facendo salire i costi per i consumatori e gli industriali che soffrono della più alta inflazione degli ultimi decenni poiché anche tutto, dal cibo ai costi della benzina, sta aumentando.
Inoltre, il clima caldo e secco sta causando un rapido calo del livello dell’acqua dei fiumi, ostacolando il trasporto di beni energetici come il carbone. È probabile che costringerà i servizi pubblici a utilizzare più gas in sostituzione, in un momento in cui l’offerta dalla Russia continua a essere ridotta.
“L’apparentemente inesorabile movimento al rialzo del gas naturale europeo è continuato”, hanno affermato in una nota gli analisti di Deutsche Bank Research. “I prezzi sono stati rafforzati dall’ultima ondata di caldo europea, che ha visto i fiumi prosciugarsi e causato problemi con il trasporto di carburante, aggravando ulteriormente i problemi esistenti del continente sul lato energetico”.
Tutti i nodi non sciolti sulla crisi energia in Europa
Il livello dell’acqua in un punto chiave del Reno, il fiume più importante dell’Europa occidentale per il trasporto di carburante e altri beni industriali, ha toccato un nuovo minimo questa settimana, rendendo antieconomico il transito di molte chiatte. E, quindi, restringendo la possibilità di rifornimento del gas.
Nel frattempo, continua la situazione di stallo tra Germania e Russia su una turbina del gasdotto Nord Stream, che è rimasta bloccata in transito, dopo che sono stati eseguiti lavori di riparazione in Canada. Mosca ha tagliato le spedizioni di gas attraverso il collegamento al 20% della capacità il mese scorso, citando problemi tecnici. Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha dichiarato lunedì che la Russia sta usando l’attrezzatura come scusa per tagliare le forniture all’Europa.
Non solo, il gas naturale liquefatto, che ha aiutato l’Europa a riempire i siti di stoccaggio a causa del calo delle forniture russe, potrebbe anche diventare più difficile da ottenere con l’aumento della concorrenza per i carichi. Le alte temperature stanno aumentando la domanda in Asia, mentre le aziende della regione stanno anche aumentando gli acquisti per accumulare scorte per l’inverno.
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