Il gas entra nel vivo della guerra: i flussi in Europa iniziano a fermarsi

Violetta Silvestri

13 Maggio 2022 - 08:32

Gas sempre di più arma di Putin per fermare l’Europa nel sostegno a Kiev: le ultime novità sul fronte energetico, infatti, raccontano di timori concreti per bloccare i flussi di gas in Europa.

Il gas entra nel vivo della guerra: i flussi in Europa iniziano a fermarsi

Gas e guerra: il binomio si concretizza e spaventa l’Europa adesso più che mai.

Le ultime novità, infatti, rivelano che Gazprom ha dichiarato che taglierà le spedizioni in Europa attraverso un importante gasdotto, facendo salire i prezzi e rafforzando la volontà del presidente Putin di usare l’energia come arma contro l’Ue.

Mosca ha già interrotto l’approvvigionamento in Bulgaria e Polonia e i Paesi stanno gareggiando per riempire le riserve di gas in diminuzione prima dell’inverno.

La situazione è peggiorata con la decisione di sanzionare compagnie importanti e con sede in Europa, tra le quali il proprietario della parte polacca del gasdotto Yamal-Europa che trasporta il gas russo in Ue.

Dopo l’interruzione delle attività di una stazione di transito del combustibile in Ucraina, il vecchio continente trema per le forniture. Cosa succede con le nuove sanzioni di Putin?

Putin usa il gas come arma: le sanzioni e l’allarme per l’Ue

L’ultima notizia giunta in Europa sul fronte energetico è allarmante. Gazprom ha dichiarato che i flussi di gas non sarebbero più possibili attraverso il gasdotto Yamal dopo che il Cremlino ha imposto sanzioni alle compagnie europee del gas nella serata di mercoledì 11 maggio.

Le società sanzionate includono alcune delle sue ex unità così come Europol Gaz, il proprietario di Yamal. Il gasdotto va dalla Russia alla Germania attraverso la Polonia.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che non possono esserci relazioni con le società interessate né possono prendere parte alla fornitura di gas russo.

Le entità coinvolte in queste misure, elencate su un sito web del governo russo, hanno sede in gran parte in Paesi che hanno imposto sanzioni alla Russia in risposta alla sua invasione dell’Ucraina, la maggior parte dei quali sono membri dell’Unione Europea.

La Germania, che più di tutti dipende dalla Russia per le forniture di gas, ha affermato che alcune filiali di Gazprom Germania non ricevevano più il flusso a causa delle sanzioni.

La lista include anche il più grande impianto di stoccaggio del gas della Germania a Rehden, nella Bassa Sassonia, con una capacità di 4 miliardi di metri cubi e gestito da Astora, oltre a Wingas, un commerciante che fornisce l’industria e le utility locali.

Inoltre, Gazprom non sarà più in grado di esportare gas attraverso la Polonia attraverso il gasdotto Yamal-Europa dopo le sanzioni contro EuRoPol Gaz, proprietaria della sezione polacca. Lo ha annunciato la stessa azienda statale russa.

Il gasdotto collega i giacimenti di gas russi nella penisola di Yamal e nella Siberia occidentale con la Polonia e la Germania, attraverso la Bielorussia, e ha una capacità di 33 miliardi di metri cubi (bcm), circa un sesto delle esportazioni in Europa.

Prezzi del gas volano e l’Europa è sotto pressione

Queste azioni di ritorsione hanno spinto i prezzi del gas al rialzo. I contratti futuri legati a TTF, il benchmark europeo del prezzo del gas all’ingrosso, sono balzati giovedì 12 maggio di circa il 13% a circa 106 euro per megawattora, più del quadruplo dei livelli di un anno fa.

Da evidenziare che le sanzioni di Mosca sono arrivate appena un giorno dopo che l’Ucraina ha fermato una rotta di transito del gas, accusando l’interferenza delle forze di occupazione russe. Per la prima volta dall’inizio dell’invasione, le esportazioni attraverso l’Ucraina sono state interrotte.

Le ultime misure russe contro le società del gas potrebbero colpire la fornitura europea di 13 miliardi di metri cubi, secondo un modello dell’Oxford Institute for Energy Studies. L’anno scorso la Russia ha fornito all’Ue 155 miliardi di metri cubi di gas, ovvero circa il 40% del suo fabbisogno.

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