Italia e Unione europea vogliono rendersi indipendenti dal gas russo al massimo entro il 2024, ma chi sostituisce Mosca nelle forniture ci garantisce davvero sicurezza? Rischiamo di favorire la Cina?
L’addio totale al gas russo entro il 2024 e la sostituzione con altri fornitori non significa la fine dei problemi energetici per l’Italia e l’Unione europea. Come spiegato a Money.it dall’esperto Matteo Giacomo Di Castelnuovo, infatti, rimarrà almeno fino al 2025 il problema strutturale dello squilibrio mondiale tra domanda e offerta di metano (sia liquido che naturale). Ma non solo: i nuovi fornitori potrebbero non essere del tutto affidabili.
Paesi come Algeria, Libia, Egitto e Azerbaijan non sembrano avere il profilo di nazioni sicure dal punto di vista geopolitico. Ma l’ultimo anno ci ha dimostrato come anche Norvegia, Stati Uniti e Qatar possano essere un problema, considerando il fatto che i prezzi del Gnl che vendono sono alti e l’Ue non è riuscita a convincerli ad abbassarli.
In tutto ciò, poi, potrebbe sorridere la Cina, che sta aumentando le importazioni di prodotti energetici dalla Russia, senza nuove sanzioni o blocchi commerciali con l’Occidente. Una situazione win-win per Pechino, che rischia di surclassare ancora una volta Europa e Stati Uniti, nonostante le ultime previsioni di un sorpasso più lontano nel tempo di quanto previsto inizialmente sull’economia di Washington. [...]
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