Cosa stabilisce la legge sul pagamento delle tasse universitarie: quando i genitori devono pagare per i figli e quando, invece, sono esonerati.
Riguardo al pagamento dell’università frequentata dai figli si sentono tanti dibattiti, alcuni genitori sostengono per esempio che non sia dovuto, dato che si tratta di un’istruzione superiore che ben supera la scuola dell’obbligo. Altri genitori pensano invece di essere tenuti a pagare le tasse universitarie finché i loro figli non abbiano terminato il percorso e siano pronti per iniziare a lavorare. In realtà, nessuna delle due opinioni è quella corretta, perché dipende dalle circostanze.
La legge, peraltro, non impone un vincolo preciso riguardante l’istruzione dei figli, proprio perché l’età non è un parametro sufficiente per valutarne i bisogni e le necessità. La normativa che regola il mantenimento e le numerose sentenze della Corte di cassazione permettono però di tracciare un quadro piuttosto completo su quando i genitori devono pagare l’Università ai figli e quando no.
I genitori devono pagare l’Università ai figli?
La legge attribuisce l’obbligo di mantenimento in capo ai genitori, che cessa soltanto quando i figli sono maggiorenni e autosufficienti dal punto di vista economico. Affinché l’obbligo legale di mantenimento cessi è importante che siano presenti entrambe queste condizioni, in mancanza delle quali i figli conservano il diritto al mantenimento.
Per autosufficienza economica, oltretutto, si intende una condizione reddituale idonea per provvedere alle proprie necessità di vita. Per esempio, non è ritenuto autonomo il figlio che esegue un lavoro stagionale o saltuario mentre frequenta la scuola. Dal raggiungimento della maggiore età, i figli sono però chiamati ad attivarsi in ottica di un inserimento lavorativo e di una futura indipendenza dai genitori.
Questo non significa che debbano necessariamente trovarsi un lavoro, possono proseguire gli studi nell’ottica di un futuro inserimento nel mondo del lavoro. Finché persistono queste condizioni, i genitori devono mantenere i figli e quindi pagare loro anche l’Università, compatibilmente con le proprie capacità economiche.
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Quando i genitori devono pagare l’Università ai figli
Con queste premesse, è evidente che i genitori devono pagare l’Università ai figli soltanto quando:
- I figli hanno diritto al mantenimento;
- il costo dell’Università è compatibile con le condizioni economiche;
- la scelta di proseguire gli studi è mirata all’inserimento lavorativo.
Riguardo al mantenimento, è bene sottolineare che i figli possono perdere questo diritto sia quando lavorano, sia quando non lo fanno. Nel dettaglio, perdono il diritto al mantenimento i figli che acquisiscono una condizione economica stabile e indipendente e perdono il diritto anche coloro che non raggiungono l’indipendenza per colpa.
Si pensi a un figlio che rifiuta le offerte lavorative oppure nemmeno cerca lavoro facendosi forza del mantenimento, in questo caso il mancato raggiungimento dell’indipendenza è direttamente causato dal beneficiario.
È invece pacifico per la giurisprudenza che l’Università possa essere una valida alternativa all’attività lavorativa, tenendo conto anche dell’impegno necessario (ad esempio l’obbligo di frequenza) e delle attitudini e aspirazioni personali dei figli. Ovviamente, affinché questa scelta sia legittima è richiesto che il figlio effettivamente si applichi nel percorso formativo, seguendo le lezioni e superando gli esami.
Allo stesso tempo, si ricorda che la perdita dell’assegno di mantenimento è irrevocabile. Di conseguenza, se il figlio che si iscrive all’Università non ha diritto al mantenimento allora non può pretendere il pagamento delle tasse scolastiche dai genitori. Questo accade, per esempio, quando i figli hanno rendite o altre fonti di reddito, oppure hanno iniziato un lavoro stabile prima di iscriversi all’Università (o successivamente).
Il dovere dei genitori non può comunque prescindere dalle loro condizioni economiche e patrimoniali, di cui si deve tener conto anche riguardo alle tasse scolastiche. Di norma, questo problema non si pone per le Università statali con tasse commisurate alle fasce di reddito – perlomeno a livello legale, anche se per le famiglie la spesa può risultare onerosa – ma è spesso un ostacolo evidente per gli atenei privati, ad esempio le offerte telematiche.
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