Quali sono le Università con l’obbligo di frequenza e cosa significa? Ecco come scegliere il proprio percorso di studi.
Scegliere l’Università, ormai è risaputo, non è semplice. Terminati gli esami di Maturità 2024, le future matricole si trovano a dover valutare i possibili percorsi universitari. E tra i molteplici fattori da dover prendere in considerazione, in molti valutano anche l’obbligo di frequenza.
Infatti, chi dovrà conciliare lo studio con il lavoro, dovrà informarsi bene sugli insegnamenti dello specifico corso di laurea, in quanto potrebbero essere totalmente o in parte soggetti all’obbligo di frequenza, un possibile ostacolo al sereno svolgimento del proprio percorso di studi.
In linee generali è nelle facoltà di stampo scientifico e medico che vige l’obbligo di frequentare le lezioni, ma non è sempre così. Alcuni corsi o laboratori nelle facoltà di stampo umanistico potrebbero esserlo e viceversa. È opportuno quindi leggere attentamente le offerte formative delle Università.
Ma esattamente cosa accade se non si frequentano le lezioni dei corsi con obbligo di frequenza? Quali sono le facoltà e le Università senza tale obbligo? Cerchiamo di trovare risposta a queste domande in modo da aiutare le future matricole - e non - a comprendere come muoversi nel mondo universitario.
Obbligo di frequenza: cos’è? Cosa prevede?
L’obbligo di frequenza è una condizione sine qua non imposta degli atenei in alcuni corsi di laurea per poter sostenere gli esami.
Alcuni corsi di laurea, come Medicina ad esempio, prevedono che lo studente frequenti obbligatoriamente le lezioni frontali perché considerate imprescindibili per una preparazione completa. In questi casi, di solito è richiesta la presenza per il 70/80% delle ore di ogni corso obbligatorio, la percentuale però potrebbe variare.
È fondamentale sapere che se per motivi personali non si riesce a frequentare il corso per il numero di ore stabilite, non solo non si possono sostenere gli esami, ma è previsto che si debbano ripetere le lezioni a questi associate poiché le ore non sono cumulabili con quelle già sostenute in precedenza.
Nel caso in cui, però, si decida di frequentare un corso di laurea con frequenza obbligatoria ma allo stesso tempo si abbia la necessità di lavorare per mantenersi gli studi, è importante sapere che:
- chi lavora ed è iscritto all’Università ha diritto a beneficiare di 150 ore annuali di permesso studio;
- chi lavora può beneficiare dello status di studente lavoratore o studente part-time, che per regolamento può laurearsi usufruendo di agevolazioni per quanto riguarda la frequenza e le tasse universitarie.
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Facoltà senza obbligo di frequenza: quali sono
Per assecondare ed agevolare le diverse e mutevoli esigenze di ogni studente, l’offerta formativa che le Università senza obbligo di frequenza propongono è molto variegata e offre un ampio ventaglio di alternative che è possibile scegliere. Ad esempio, le università più tradizionali in cui la frequenza delle lezioni non è obbligatoria ma “caldamente consigliata” prevedono la possibilità di sostenere l’esame da frequentante o da non frequentante.
Nel primo caso la bibliografia è ridotta in quanto gli studenti possono avvalersi degli appunti presi a lezione dai docenti, mentre la bibliografia per i non frequentanti è più ampia, in modo da sopperire a qualsiasi lacuna dello studente, che più facilmente viene colmata a lezione. In ogni caso si consiglia agli studenti di recarsi almeno una volta a ricevimento dal professore per opportuni chiarimenti.
Detto ciò, le facoltà che in generale non hanno l’obbligo di frequenza (ma potrebbe variare da Ateneo in Ateneo) sono:
- Facoltà di Ingegneria;
- Facoltà di Giurisprudenza;
- Facoltà di Economia;
- Facoltà di Lettere;
- Facoltà di Scienze Politiche;
- Facoltà di Scienze della Comunicazione;
- Facoltà di Scienze dell’Educazione.
Università senza obbligo di frequenza: le Università telematiche
Un’ottima soluzione se si vuole frequentare l’Università benché non si abbia molto tempo da dedicare alle lezioni in presenza sono le università telematiche (dette anche università online), ossia atenei privati aperti a tutti che offrono la possibilità di frequentare le lezioni completamente online attraverso una piattaforma e-learning dove il materiale viene erogato ed è disponibile per lo studente 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
In questo modo gli studenti potranno conciliare senza problemi studio e impegni, superando completamente la necessità di trovare un’università che non preveda l’obbligo di frequenza. È importante però che l’università sia riconosciuta dal Miur, in modo che i titoli rilasciati abbiano lo stesso valore delle università tradizionali. Al momento sono 11 gli atenei telematici riconosciuti:
- Università Telematica e-Campus;
- Università degli Studi Guglielmo Marconi;
- Università Telematica Internazionale Uninettuno;
- Università degli Studi di Roma UnitelmaSapienza;
- Università Telematica degli Studi IUL;
- Università Telematica Giustino Fortunato;
- Università Telematica San Raffaele Roma;
- Università Telematica Leonardo da Vinci;
- Università degli Studi Niccolò Cusano (UniCusano);
- Università Telematica Pegaso;
- Università Telematica Mercatorum.
Senza contare che le Università “tradizionali”, per stare al passo con la rivoluzione “dell’insegnamento telematico” prevedono la possibilità per i docenti di inserire materiale e le dispense per poter far sì che gli studenti rimangano sempre aggiornati (benché questo non sia un obbligo per i singoli professori).
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