Germania: declino senza fine? Perché la crisi tedesca è un segnale per tutti

Violetta Silvestri

04/09/2023

La Germania in crisi interroga sulle sfide energetiche e industriali di tutto il continente: perché Berlino è ancora il malato d’Europa e cosa sta succedendo all’economia della regione.

Germania: declino senza fine? Perché la crisi tedesca è un segnale per tutti

Germania “malato d’Europa”: sarà così che la nazione tedesca concluderà questo complicato 2023?

Non sembra migliorare la prospettiva economica di quella che è sempre stata definita la locomotiva d’Europa e che ora, nelle sue difficili sfide, rappresenta piuttosto la testimonianza di come il vecchio continente stia perdendo slancio.

Nel coro degli scettici sul futuro di Berlino si è aggiunta la voce di Hans-Werner Sinn, presidente emerito dell’istituto Ifo, a sottolineare che la produzione manifatturiera debole nella più grande economia della regione e gli alti prezzi dell’energia continuano a colpire il cuore industriale della Germania, minandone la ripresa.

Il punto chiave è il seguente: la crisi tedesca non è un fenomeno a breve termine secondo Sinn, come sottolineato in una intervista per CNBC al Forum Ambrosetti in Italia. Cosa si cela, davvero, nel declino della Germania e perché i segnali sono preoccupanti per tutta l’’Europa? In ballo c’è una rivoluzione energetica dagli esiti lunghi e incerti.

Cosa succede in Germania: il declino è inarrestabile e per tutti?

Secondo Sinn, la debolezza della Germania oggi “ha a che fare con l’industria automobilistica, che è il cuore dell’industria tedesca e molte cose dipendono da questo”.

Lo scorso anno le automobili sono state il principale prodotto di esportazione tedesca, rappresentando il 15,6% del valore delle merci vendute all’estero, mostrano i dati dell’Ufficio federale di statistica.

Nel maggio 2022 la Germania ha registrato un deficit del commercio estero per la prima volta dopo decenni, per un totale di 1 miliardo di euro. Il paese era passato per breve tempo da un surplus commerciale a importare più di quanto esportava.

Da allora, Berlino è tornata ad avere un surplus commerciale, che secondo l’Ufficio federale di statistica ammontava a 18,7 miliardi di euro nel giugno 2023, ma le esportazioni rimangono lente.

In più, secondo una nota di ricerca pubblicata ad agosto da Berenberg, la Germania potrebbe perdere dal 2% al 3% della sua attuale capacità industriale poiché le aziende trasferiscono le operazioni in paesi dove gas ed elettricità sono più economici, come gli Stati Uniti o l’Arabia Saudita.

L’incertezza sui prezzi dell’energia ha probabilmente contribuito a un “crollo” della fiducia delle imprese, ha scritto nella nota Holger Schmieding, capo economista di Berenberg.

Nel mirino c’è quindi la politica sulla diversificazione energetica dalla Russia, un fornitore chiave per la Germania prima che ci fosse l’invasione dell’Ucraina e la sfida enorme della sostenibilità e delle fonti alternative.

Sinn ha affermato che la dipendenza da tecnologie rinnovabili come l’eolico e il solare causerebbe un “problema di volatilità”, che potrebbe porre ostacoli alle imprese.

“Bisogna colmare [quelle lacune] con l’energia convenzionale, quindi è molto difficile avere questa doppia struttura e sostenerla in futuro. Da un lato l’energia verde volatile e dall’altro l’energia convenzionale per colmare le lacune. Questo è un costo doppio. Si tratta di un costo energetico elevato e non è positivo per l’industria. È un percorso difficile”, ha aggiunto.

L’ambizione verso la neutralità dalle fonti fossili di tutta l’Ue è quindi chiamata in causa. La rivoluzione verde ed energetica sta mutando la geopolitica e le priorità economiche e diplomatiche di tutti gli Stati, specialmente in Europa. In Paesi così fortemente industriali e finora dipendenti dal gas russo, come la Germania, la ripresa appare molto problematica.

Il segnale delle difficoltà tedesche, anche se molto legate alle peculiarità economiche e strutturali della nazione, è per tutti: l’Europa sta vivendo un cambiamento verso nuovi approcci energetici - e industriali - e a causa di una tensione con la Cina prima non così evidente. Nel pieno di una guerra e di una profonda crisi inflazionistica, il declino della Germania e non solo potrebbe durare ancora.

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