La crisi economica in Germania ha tanti volti, come quello del gigante ferroviario sull’orlo del fallimento. Con treni fermi e trasporti da rimettere in piedi, la sfida tedesca è cruciale.
Per capire più a fondo la crisi economica della Germania, la storia del declino del suo colosso ferroviario, il gruppo più grande d’Europa nel settore, può essere utile.
La società rischia il fallimento e ha bisogno di una ristrutturazione dei conti e delle sue attività per evitare che i treni si fermino: una metafora del momento di difficoltà della locomotiva tedesca, che rischia di non avere abbastanza forza per continuare e correre sui binari dello sviluppo economico.
Il gigante ferroviario Deutsche Bahn arranca e segnala che la Germania si trova in una situazione di crisi profonda, che interroga su alcune inefficienze nella gestione economica. Mentre il Paese sembra essere l’unico ad aver subito una recessione tecnica in Europa, i suoi treni bloccati da conti in rosso rendono più urgente la necessità di interventi riparatori.
Nella Germania in crisi, il colosso ferroviario si ferma
A metà maggio, i tedeschi si stavano preparando per il terzo e più lungo sciopero ferroviario nazionale di quest’anno. Deutsche Bahn (la società ferroviaria) è stata bloccata in una disputa sulla retribuzione con Evg, il sindacato che rappresenta la maggior parte dei lavoratori delle ferrovie tedesche, inclusi i 180.000 presso il colosso statale.
Alla fine, lo sciopero è stato scongiurato, ma il clima è rimasto molto teso con Deutsche Bahn che non è riuscita a ripristinare tutti i 50.000 servizi cancellati. I sintomi palesati sono stati quelli di una crisi importante.
Un tempo motivo di orgoglio nazionale, oggi il colosso è diventato un gigante dai piedi di argilla. Ad aprile, solo il 70% dei suoi treni a lunga percorrenza era in orario. E anche questo è stato un miglioramento rispetto a tutto l’anno scorso, quando solo il 60% è stato puntuale. L’obiettivo (poco ambizioso) dell’azienda è arrivare ad almeno l’80% di corse in orario.
Intanto, i servizi “sono troppo affollati, troppo vecchi”, ha detto questo mese Berthold Huber, che siede nel consiglio di amministrazione di Deutsche Bahn.
Parlare di disservizi in Germania sembrava impossibile fino a qualche anno fa, quando la nazione continuava a confermare la sua posizione di guida per l’intera Europa. Il declino, però, sta intaccando anche la granitica forza tedesca, a testimonianza di tempi complessi un po’ per tutti. E di vulnerabilità presenti anche nelle migliori nazioni.
Tutti i guai del gigante ferroviario tedesco
I gravi problemi di Deutsche Bahn sono il risultato di una cattiva gestione, una burocrazia ingarbugliata, interferenze politiche e anni di investimenti insufficienti.
Nel 2004 il budget annuale del colosso per la costruzione e l’ammodernamento delle linee ferroviarie è stato ridotto da 4 miliardi di euro all’anno a 1,5 miliardi di euro, osserva su The Economist Christian Böttger dell’Università di scienze applicate di Berlino.
Da allora è aumentato, ma l’anno scorso era ancora solo di 1,9 miliardi di euro. Quest’anno saranno 2 miliardi di euro.
L’attività ferroviaria ha perso denaro per anni. Nel 2022 ha realizzato una perdita operativa di 500 milioni di euro. L’utile operativo complessivo di 1,3 miliardi di euro, su un fatturato di 56 miliardi di euro, è stato interamente attribuito al suo braccio logistico, DB Schenker, che ha beneficiato dell’aumento dell’e-commerce e ora contribuisce per quasi la metà delle vendite.
Anche il 2023 si prospetta cupo. Quest’anno le carrozze potrebbero essere ancora più affollate: dal 1° maggio i tedeschi possono acquistare un biglietto mensile, valido su tutti i treni regionali e locali, a soli 49 euro e questo incentiverà la scelta del mezzo per spostarsi.
Si prevede inoltre che i ritardi e le coincidenze perse saranno peggiori rispetto al 2022, in parte a causa di tutti i lavori di aggiornamento. E Deutsche Bahn potrebbe scivolare in rosso. Prevede una perdita di 1 miliardo di euro dalle operazioni nel 2023, a causa degli investimenti, nonché dell’inflazione dei costi elevata che è politicamente difficile da trasferire ai viaggiatori.
La Germania salverà i suoi treni?
Promettendo di rimediare ai fallimenti dei suoi predecessori, il nuovo gabinetto di Olaf Scholz ha piani ambiziosi per il colosso ferroviario.
Il Governo vuole iniettare altri 45 miliardi di euro nella rete, sperando quasi di raddoppiare il numero di viaggi per passeggeri entro il 2030 a circa 4 miliardi e di aumentare i volumi di merci del 25%.
Quest’anno Deutsche Bahn sta iniziando a rinnovare e modernizzare 650 stazioni ferroviarie, oltre a migliorare 2.000 km di binari, 1.800 scambi e 200 ponti. Aggiungerà inoltre altre 500 persone al suo team di sicurezza composto da 4.300 persone, che hanno il compito di proteggere i binari dei treni (lo scorso ottobre la società è stata colpita da un sospetto sabotaggio, che ha causato la sospensione di tutti i servizi nel nord della Germania). E sta accelerando la digitalizzazione del traffico ferroviario.
L’impresa è enorme, ma necessaria per la rinascita tedesca. Se la Germania sarà davvero in grado di ripartire da questo periodo così complesso che evoca interventi e cambiamenti, lo si vedrà anche dall’efficienza dei suoi treni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA