Germania, perché l’industria continua a essere un problema?

Violetta Silvestri

6 Giugno 2024 - 11:33

In Germania la crisi attraversa alti e bassi, con il settore industriale ancora lontano dalla ripresa. Cosa succede alla locomotiva d’Europa e perché i problemi economici restano in primo piano?

Germania, perché l’industria continua a essere un problema?

I dati continuano a mostrare che il settore industriale in Germania fatica a riprendersi dalla grave crisi nella quale è scivolato.

Gli ordini alle fabbriche tedesche sono diminuiti in aprile, lanciando il chiaro segnale che il comparto manifatturiero chiave della nazione ha ancora molta strada da fare per eguagliare lo slancio accumulato in altri settori dell’economia.

Il calo inaspettato di aprile riflette in sostanza le persistenti difficoltà industriali della Germania, un tempo locomotiva d’Europa e forte proprio della solidità della produzione delle sue industrie, anche se la più grande economia europea si sta gradualmente riprendendo.

Gli ordini sono stati inferiori dello 0,2% rispetto al mese precedente, ha detto giovedì l’ufficio statistico tedesco Destatis, rispetto all’aumento dello 0,6% previsto da un consenso degli economisti intervistati dal Wall Street Journal.

Il mix di fattori negativi per l’economia europea e tedesca in generale, che ha unito pandemia, guerra in Ucraina, crisi energetica, tensioni con la Cina in un vero e proprio terremoto per le strutture economiche delle potenze Ue, si sta rivelando ostico e di non facile superamento.

La Germania e la crisi industriale che non passa

Gli ordinativi industriali tedeschi sono diminuiti ad aprile, segnando il quarto mese consecutivo di calo, a causa di un numero significativamente inferiore di ordini su larga scala rispetto al mese precedente, secondo i dati diffusi giovedì dall’ufficio statistico federale.

Si prevede che la più grande economia europea si riprenderà gradualmente quest’anno, trainata in gran parte dal miglioramento dei redditi delle famiglie mentre i lavoratori compensano le perdite subite durante il picco dell’inflazione. Se da una parte gli investimenti rimangono modesti, gli analisti di Deutsche Bank hanno affermato questa settimana che le esportazioni dovrebbero beneficiare di una robusta crescita globale.

Dati recenti, tuttavia, hanno rivelato segnali divergenti al di là delle cifre di crescita principali della Germania, con un miglioramento dei servizi e difficoltà nel settore manifatturiero. I sondaggi di S&P Global hanno mostrato che l’attività industriale è rimasta al di sotto della soglia indicante l’espansione a maggio, anche se la fiducia è aumentata.

“La tendenza negativa che persiste dall’inizio dell’anno continua quindi, anche se a un ritmo molto più lento”, ha affermato il Ministero dell’Economia.

Tuttavia, escludendo gli ordini su larga scala, spesso altamente volatili, gli ordini di aprile sono aumentati del 2,9% nel mese. “Insieme agli indicatori di sentiment più positivi, ciò fa sperare che la tendenza al ribasso che dura da più di due anni stia giungendo al termine”, ha affermato l’economista della Commerzbank Ralph Solveen.

Secondo le ultime previsioni dellaa Commissione Ue (maggio 2024), dopo la recessione nel 2023, si prevede che l’attività economica in Germania ristagnerà nel 2024. Il Pil è visto crescere di appena lo 0,1%.

Da ricordare che la Germania sta ancora scontando un contesto sfavorevole acutizzato con la guerra in Ucraina. Il rifiuto di importare risorse energetiche russe come ritorsione verso la Russia ha sconvolto soprattutto i tedeschi, fortemente dipendente dalle forniture russe. Prima della guerra, la quota del gas russo nel mercato tedesco ammontava al 55% di tutte le importazioni, il carbone al 50%, il petrolio al 35%. A causa di questa dipendenza, è stata la Germania a soffrire maggiormente della crisi energetica tra tutte le economie europee.

Inoltre, l’economia tedesca è orientata alle esportazioni e dipende in particolare dal commercio con la Cina, che è il suo principale partner commerciale. Tuttavia, la crescita economica del dragone in rallentamento e la tensione commerciale tra Pechino, Washington e Bruxelles hanno fiaccato anche questo punto di forza di Berlino.

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