Il Giappone fa jackpot. Trovato un giacimento di minerali da 230 milioni di tonnellate

Maria Paola Pizzonia

28 Giugno 2024 - 19:40

Scoperte oltre 200 milioni di tonnellate di metalli rari vicino a Tokyo. Cosa comporta tutto ciò?

Il Giappone fa jackpot. Trovato un giacimento di minerali da 230 milioni di tonnellate

Sui fondali marini vicino a Minamitorishima, una remota isola di Tokyo, sono presenti tonnellate di noduli di manganese ricchi di metalli rari. Questo è quanto hanno affermato venerdì i ricercatori della Nippon Foundation e dell’Università dell’isola.

Considerata l’importanza dei metalli rari (per esempio per la produzione di batterie), il Giappone ha avuto un bel colpo di fortuna. Ma potrebbe un tale jackpot avere delle conseguenze anche in Italia? E noi, abbiamo giacimenti di terre rare?

Il giacimento soddisferà il fabbisogno del Giappone per 75 anni

Il giacimento è stato ritrovato su un fondale marino vicino di una remota isola chiamata Minamitori-shima, che in italiano significa “l’isola degli uccelli del Sud”. L’isola si trova a circa 1.900 chilometri da Tokyo.

Ricercatori hanno identificato oltre 200 milioni di tonnellate di questi noduli a una profondità di circa 5.000 metri sotto il livello del mare. Essi sono ricchi di metalli rari preziosi come cobalto, manganese e nichel, essenziali per tecnologie quali ad esempio le batterie agli ioni di litio. La quantità di cobalto sarebbe sufficiente a coprire il fabbisogno del Giappone per circa 75 anni. La stessa scoperta soddisfa il fabbisogno di nichel più di un decennio.

Nel dettaglio, sembra anche che i volumi siano adatti all’uso commerciale, anche comprendendo i costi di estrazione e raffinazione. L’organizzazione prevede di iniziare a estrarre 2.500 tonnellate di risorsa minerale al giorno in un progetto sperimentale entro la fine di marzo 2026.

L’importanza di questa scoperta

Le batterie agli ioni di litio sono importantissime: vengono utilizzate in veicoli elettrici, dispositivi elettronici e sistemi di accumulo energetico. La domanda di questi metalli è in crescita grazie all’espansione dell’industria delle energie rinnovabili e dei veicoli elettrici​. L’Italia presenta una forte industria manifatturiera e automobilistica: la disponibilità di materie prime critiche come queste potrebbe essere fondamentale per sostenere la competitività di questi settori, soprattutto con l’aumento della produzione di veicoli elettrici.

Anche l’Italia è impegnata nella transizione verso fonti di energia rinnovabile. Inoltre, essendo un membro chiave dell’Unione Europea, potrebbe giocare un ruolo strategico nella formazione di partnership internazionali per lo sviluppo e l’utilizzo di queste risorse.

L’accesso a metalli rari come il cobalto e il nichel potrebbe rafforzare la competitività dell’industria manifatturiera e automobilistica nostrana, creando l’opportunità di partecipazione a partenariati internazionali strategici. Una simile strategia potrebbe migliorare la nostra posizione geopolitica all’interno dell’Unione Europea e contribuire alla sicurezza delle risorse ma soprattutto all’innovazione tecnologica.

Anche in Italia c’è un importante giacimento minerario

Anche in Italia c’è un giacimento minerario. Il giacimento di titanio a Piampaludo, in Liguria, è uno dei più grandi d’Europa. Scoperto inizialmente nel 1975, ha visto vari sviluppi preliminari, come trincee superficiali, pozzi e mappature geologiche. Questo deposito offrirebbe un potenziale significativo l’approvvigionamento di titanio, essenziale per molte applicazioni industriali. Ma perché non possiamo usufruirne?

Le problematiche sono varie. Anzitutto quelle ambientali, che includono il potenziale impatto sugli ecosistemi locali e sulla biodiversità. Ci sono anche vincoli sociali, come l’opposizione delle comunità locali preoccupate per la possibile contaminazione delle risorse idriche e l’impatto sul turismo. Inoltre, le normative italiane ed europee sulla protezione ambientale e sulla gestione sostenibile delle risorse rappresentano ulteriori sfide per l’avvio delle operazioni estrattive​. Sono quindi necessario ulteriori studi per una possibile estrazione sostenibile​

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