Se l’inflazione dovesse crescere in modo significativo, potrebbe diventare l’unica strada per svalutare un debito pubblico che ha superato il 250% del PIL.
Durante l’ultimo incontro tenutosi alla fine di luglio, la Banca del Giappone (BOJ) ha deliberato di aumentare la flessibilità nei rendimenti dei titoli di Stato a scadenza decennale. La peculiarità di questa situazione non risiede tanto nella decisione in sé, quanto nella rilevanza che molti esperti del settore le hanno attribuito.
La BOJ ha optato per un’ulteriore flessibilità nei rendimenti dei titoli decennali, spostandosi da un intervallo dello 0-0,5% a un nuovo range compreso tra lo 0,5% e l’1%. Questa decisione, anche se molto tardiva, è dovuta ad un inflazione ben superiore agli obiettivi desiderati. Ciò che sorprende è che molti analisti abbiano dato maggiore enfasi a questa mossa rispetto alle decisioni intraprese da istituzioni come la Federal Reserve o la Banca Centrale Europea, che nella stessa settimana hanno incrementato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli rispettivamente al 5,50% e al 4,25%. Attualmente, il tasso di interesse giapponese per le scadenze a breve termine si attesta addirittura a -0,10%.
Molte voci hanno enfatizzato: “La BOJ sta diventando restrittiva! Adesso i giapponesi venderanno i titoli di Stato decennali Usa (che rendono il 4%) per acquistare titoli di stato giapponesi (che rendono appena lo 0,55%)”. Questo caso dimostra quanto una lettura superficiale delle notizie possa distorcere la realtà. Sottolinea l’importanza di non concentrarsi solo sul momento attuale, ma di considerare l’infrastruttura sottostante.
[...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA