Giorgia Meloni taglierà le pensioni, ecco la storica proposta di Fratelli d’Italia

Simone Micocci

21 Ottobre 2022 - 12:25

Con il governo Meloni possibile stretta per le pensioni d’oro: da tempo Fratelli d’Italia ne chiede il ricalcolo contributivo sopra l’importo di 5.000 euro al mese.

Giorgia Meloni taglierà le pensioni, ecco la storica proposta di Fratelli d’Italia

Giorgia Meloni taglierà le pensioni sopra un certo importo: non è un segreto, in quanto si tratta di un progetto che Fratelli d’Italia ha in mente da molto tempo, tanto da confermarlo nel programma per le ultime elezioni.

Nel dettaglio, l’intenzione è di tagliare le cosiddette pensioni d’oro, ossia quegli assegni il cui importo è superiore a 5.000 euro lordi. In questo modo si potranno recuperare risorse da destinare ai più deboli, comprese misure di flessibilità che consentano di anticipare l’accesso alla pensione.

Fratelli d’Italia è da sempre critico nei confronti delle cosiddette pensioni d’oro, spiegando che non si può parlare di “diritti acquisiti davanti a quello che è un “palese privilegio”; per questo motivo nelle precedenti legislature ha presentato un progetto di legge volto a ricalcolare le pensioni superiori a 5.000 euro utilizzando il sistema contributivo, ma sempre con poca fortuna.

Adesso che le porte di Palazzo Chigi si aprono per Giorgia Meloni, le possibilità che un tale progetto possa realizzarsi sono più concrete, specialmente in questo particolare periodo storico dove c’è fame di risorse.

Chi rischia il taglio della pensione con il governo Meloni

Nel programma di Fratelli d’Italia per le elezioni 2022, nello spazio dedicato alle pensioni, viene annunciato il ricalcolo - oltre un’elevata soglia - delle pensioni cosiddette “d’oro” che non corrispondono ai contributi effettivamente versati.

Ci si rivolge, quindi, a coloro che hanno beneficiato di una pensione d’importo elevato grazie ai vantaggi offerti dal sistema retributivo, utilizzato per il calcolo dell’assegno fino al 31 dicembre 1995.

Nel sistema retributivo, infatti, hanno molto peso le retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro, e ciò premia coloro che hanno beneficiato di aumenti repentini - e alcune volte fraudolenti - a fine carriera.

Tali pensioni, quindi, costano molto allo Stato visto che di fatto nel corso della carriera non c’è stato un versamento contributivo tale da giustificare tale esborso.

Un tema che da sempre è oggetto di dibattito, ma con la convinzione diffusa che ormai non si possa più intervenire sulle pensioni già liquidate, in quanto diritto acquisito dei beneficiari. Fratelli d’Italia la pensa diversamente, spiegando appunto che non si può parlare di diritti acquisiti quando si è davanti a dei chiari privilegi.

Come ci tiene a spiegare Fratelli d’Italia, infatti, l’intenzione non è di combattere le pensioni alte in quanto tali, ma solo quelle “frutto di leggi generose che hanno regalato ad alcuni privilegiati pensioni molto più alte rispetto ai contributi effettivamente versati” (si pensi, ad esempio, alle pensioni dei sindacalisti). Non sarà necessario invece combattere le pensioni il cui importo elevato è effettivamente frutto dei versamenti contributivi effettuati dal lavoratore.

Cosa sono le pensioni d’oro per Fratelli d’Italia

Secondo Fdi, si definiscono pensioni d’oro gli assegni elevati frutto non di contributi versati quanto di leggi “vergognose” della Prima Repubblica che consentivano - “con una serie di meccanismi furbi” - di percepire pensioni più alte rispetto ai contributi effettivamente versati.

Una “truffa legalizzata” che si basa sulla distorsione del sistema retributivo, che - come detto sopra - premia oltremisura coloro che negli ultimi anni di lavoro hanno percepito stipendi elevati. Un sistema che alcuni hanno sfruttato a loro piacimento, ad esempio facendosi “riconoscere negli ultimi mesi lavorativi stipendi estremamente elevanti per poi andare in pensione sulla base di quelle ultime retribuzioni”.

Ne sono un esempio i giudici pensionati della Corte costituzionale, per i quali vi è una pensione di circa 20 mila euro per buono merito dello stipendio percepito in servizio, una cifra che supera i 420 mila euro l’anno. Ragion per cui, secondo Fratelli d’Italia, “fin ora la Consulta ha sempre dichiarato incostituzionale ogni tentativo di tagliare le pensioni d’oro”.

Come funzionerebbe il taglio delle pensioni d’oro

Come detto sopra, l’intenzione di Fratelli d’Italia è di ricalcolare le pensioni d’oro, ossia quelle d’importo mensile lordo superiore a 5.000 euro, interamente con il sistema contributivo.

In questo modo non ci sarebbero problemi per coloro che meritatamente percepiscono una pensione alta, visto che tenendo conto dei contributi effettivamente versati non ci sarebbero cambiamenti sull’assegno. Discorso differente invece per chi ha beneficiato delle suddette “storture” del sistema retributivo, per i quali il ricalcolo contributivo potrebbe comportare una notevole penalizzazione.

Un risparmio per le risorse statali, ma un progetto che comunque dovrebbe fare i conti con il vaglio costituzionale: indipendentemente da quello che è il pensiero di Fratelli d’Italia, convinto che la Corte costituzionale sia in conflitto d’interessi nel decidere in merito alle pensioni d’oro, bisognerà convincere i giudici della Consulta riguardo al fatto che non sempre si può parlare di diritto acquisito per le pensioni d’oro e che dunque in alcune circostanze è legittimo intervenire a posteriori per tagliarne l’assegno.

Una richiesta su cui negli anni la Corte costituzionale si è sempre espressa contrariamente e che dunque potrebbe portare al fallimento del progetto Meloni di tagliare le pensioni d’oro.

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