Gli Stati Uniti revocano lo status temporaneo a mezzo milione di latinoamericani

Luna Luciano

22 Marzo 2025 - 16:40

Mezzo milione di latinoamericani rischiano la deportazione negli Stati Uniti a causa della revoca del loro status temporaneo. Ecco le ragioni dietro questa decisione e i rischi.

Gli Stati Uniti revocano lo status temporaneo a mezzo milione di latinoamericani

Mezzo milione di latinoamericani potrebbero rischiare la deportazione.

È questo il risultato della nuova decisione presa dall’amministrazione Trump, revocando lo status temporaneo. La politica migratoria degli Stati Uniti è stata al centro di discussioni e controversie negli ultimi anni, con l’amministrazione Trump che ha adottato misure drastiche per limitare l’immigrazione.

Ora, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS) ha deciso di interrompere lo status di “libertà vigilata umanitaria” per decine di migliaia di immigrati provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela. Queste persone, arrivate negli Stati Uniti con permessi temporanei, potrebbero essere costrette a lasciare il paese entro il 24 aprile, esponendole a una possibile deportazione.

La decisione, che interessa circa 532.000 persone, ha scatenato reazioni forti, tanto da arrivare in tribunale per essere contestata. Ma quali sono le motivazioni di questa scelta e quale sarà l’impatto sociale sui migranti e le loro comunità? Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Usa, le motivazioni dietro la revoca dello status temporaneo

La decisione di revocare lo status temporaneo a centinaia di migliaia di latinoamericani è legata alla politica restrittiva adottata dall’amministrazione Trump nei confronti dell’immigrazione.

Il programma di libertà vigilata umanitaria, che consente a chi proviene da Paesi con conflitti o instabilità politica di entrare negli Stati Uniti, è stato introdotto per motivi umanitari, ma è stato criticato dall’amministrazione Trump come un “abuso” delle politiche migratorie.

La politica del presidente ha cercato di limitare le possibilità di soggiorno temporaneo per coloro che non avevano un asilo ufficiale o un permesso di soggiorno. La decisione di interrompere questa forma di protezione per chi è arrivato negli Stati Uniti a partire dall’ottobre 2022 fa parte di un ampio sforzo per reprimere l’immigrazione “illegale” e favorire l’ingresso legale, attraverso canali di ingresso ufficiali. In effetti, l’amministrazione Biden aveva cercato di implementare un programma che permettesse l’ingresso legale di migranti da Paesi come Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela, ma in modo controllato e gestito.

Tuttavia, la revoca dello status temporaneo per coloro che avevano già ricevuto la protezione è stata una mossa inaspettata. Il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale ha chiarito che la libertà vigilata non è una “base legale” per ottenere un visto permanente o uno status di immigrazione.

Migranti rischiano la deportazione: a cosa vanno incontro?

La revoca dello status temporaneo avrà gravi ripercussioni sulle persone coinvolte, che ora rischiano di essere deportate, spesso senza un ritorno sicuro ai propri Paesi di origine. Molti di questi migranti provengono da contesti di grande difficoltà sociale, economica e politica, che rendono pericoloso il loro rientro.

In Venezuela, la situazione politica e sociale del paese è estremamente instabile, con una crisi economica che dura da anni. La popolazione ha dovuto affrontare gravi difficoltà, tra cui l’assenza di beni di prima necessità, un aumento della violenza e la repressione politica. La decisione di deportare i venezuelani in queste circostanze mette a rischio la loro sicurezza personale.

Anche Haiti, con la sua continua instabilità politica e i conflitti interni, non offre un ritorno sicuro. Il Paese è stato devastato da un terremoto nel 2021 e da altre calamità naturali, aggravando una crisi sociale e politica che ha spinto milioni di persone a cercare rifugio all’estero. Per molti haitiani, gli Stati Uniti rappresentano l’unica speranza di un futuro stabile.

Allo stesso modo, Cuba e Nicaragua attraversano periodi di crescente repressione politica e difficoltà economiche. La decisione di revocare lo status temporaneo per i cittadini di questi Paesi non solo mette in pericolo le loro vite, ma ha anche un impatto diretto sulle comunità locali negli Stati Uniti, dove molte di queste persone hanno trovato lavoro e integrato nelle società di accoglienza.

La deportazione di migliaia di persone rischia di portare a un caos sociale, alimentando sentimenti di frustrazione tra i migranti e le loro famiglie, ma anche tra le comunità che li hanno accolti e supportati. In definitiva, questa scelta rischia di minare i progressi ottenuti in termini di integrazione e stabilità sociale, e solleva interrogativi etici e legali sulla gestione dei flussi migratori.

Nonostante le misure legali adottate, gli effetti sulla vita di queste persone potrebbero essere devastanti, con implicazioni durature per le comunità e le politiche migratorie future.

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