Nonostante la bocciatura del referendum del 2017, il governo ha deciso di costruire nuove centrali nucleari in Svizzera modificando la legge: a decidere però saranno sempre i cittadini.
In Svizzera il governo ha deciso di costruire nuove centrali nucleari, andando a modificare una legge che è figlia del referendum del 2017 visto lo sviluppo di reattori avanzati attualmente però ancora in fase di studio.
Nei giorni scorsi il ministro dell’Energia, Albert Rösti, ha annunciato che lancerà un progetto di riforma della legge sull’energia nucleare, il tutto per rendere sostanzialmente possibile la costruzione di nuove centrali.
Nel 2017 in Svizzera il 58,2% dei cittadini tramite un referendum ha votato a favore di un graduale abbandono dell’energia nucleare e del passaggio alle energie rinnovabili. C’è da dire comunque che quello era il periodo della grande paura dopo i fatti di Fukushima.
Attualmente in Svizzera sono operative quattro centrali nucleari - Beznau, Mühleberg, Gösgen e Leibstadt -, con il problema più spinoso che è quello delle scorie: nel 2022 così si è deciso di stoccarle in un deposito geologico profondo vicino al confine tedesco nei cantoni di Zurigo e Argovia.
Non mancano però le proteste da parte dei Verdi e gli interrogativi che circondano le centrali nucleari di quarta generazione, ovvero quelle che il governo vorrebbe adottare e che al momento sono oggetto di studio.
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Nuove centrali nucleari in Svizzera?
Nonostante il referendum di sette anni fa, il governo in Svizzera appare convinto a cambiare rotta per quanto riguarda l’energia nucleare, anche perché lo sviluppo del settore delle rinnovabili sembrerebbe lasciare più di un dubbio.
Non è chiaro infatti se l’espansione delle energie rinnovabili - come auspicato dal referendum - avverrà abbastanza rapidamente da poter sostituire la quantità di elettricità che andrebbe persa se le quattro centrali nucleari attualmente attive in Svizzera venissero spente, in considerazione anche della crescente domanda di elettricità.
“L’attuale divieto di costruire nuove centrali nucleari - ha affermato il ministro Albert Rösti - non è compatibile con l’obiettivo dell’apertura tecnologica e comporta anche rischi per lo smantellamento delle centrali esistenti”.
L’obiettivo comunque non sarebbe quello di poter costruire subito nuovi impianti, ma di “agire ora per essere pronti più tardi” come ha spiegato Rösti; in sostanza se mai ce ne fosse bisogno, il ministro vorrebbe avere dalla sua una legge che gli permetterebbe eventualmente di poter subito intervenire.
Il governo così sarebbe pronto a superare la legge in vigore in virtù dello sviluppo delle centrali nucleari di quarta generazione, considerate come più sicure ed efficienti però ancora in fase di studio. Resterebbe poi sempre il problema dello stoccaggio delle scorie, con gli svizzeri che presto decideranno tramite un referendum se depositarle nella zona individuata vicino al confine tedesco.
Anche per quanto riguarda le centrali nucleari saranno comunque sempre i cittadini ad avere l’ultima parola: se la modifica all’attuale legge in vigore dovesse essere modificata dal Parlamento, alla fine sarà necessario comunque un referendum per cambiare le attuali norme vigenti in Svizzera.
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