In queste grandi aziende non si lavora di venerdì: ecco chi è passato alla settimana corta

Giorgia Bonamoneta

17 Giugno 2023 - 19:29

A piccoli passi le grandi aziende si stanno muovendo verso la flessibilità oraria. In alcune realtà è stata introdotta la settimana corta o altre modalità di riduzione degli orari. Ecco dove.

In queste grandi aziende non si lavora di venerdì: ecco chi è passato alla settimana corta

La settimana corta lavorativa è uno dei grandi temi del momento insieme al salario minimo. Sono diverse le realtà che stanno aderendo alla settimana corta lavorativa come forma di sperimentazione. In altri paesi i risultati positivi ci sono stati: aumento del benessere dei lavoratori, aumento della produttività, trattenere i talenti e avvicinarne di nuovi.

Oltre al clamore mediatico della settimana corta lavorativa, ci sono diverse altre modalità utilizzate dalle aziende per incentivare la produttività e permettere al lavoratore e alla lavoratrice di avere più tempo libero. Per esempio il settore assicurativo permette di avere libero il venerdì pomeriggio o ancora la Samsung ha offerto al suo personale un venerdì libero ogni mese.

A piccoli passi il mondo del lavoro si avvicina a una maggiore flessibilità oraria. Il mondo del lavoro va in questa direzione, partendo dalla sperimentazione di giorni o mezze giornate libere, fino alla tanto discussa settimana corta lavorativa.

Settimana corta lavorativa: il caso Intesa San Paolo

In Italia il primo esempio di settimana corta lavorativa per numero di dipendenti che coinvolge è Intesa Sanpaolo. In seguito a una lunga discussione si è raggiunto l’accordo con i sindacati per la settimana corta con distribuzione dell’orario su 4 giorni settimanali per 9 ore al giorno, con flessibilità in entrata e in uscita.

Intesa Sanpaolo rappresenta il primo esempio di colosso del settore bancario con un contratto collettivo nazionale che prevede la settimana corta lavorativa. Al momento su 70.000 dipendenti, sono 17.000 ad aver aderito alla nuova settimana corta con parità di retribuzione.

Un venerdì libero al mese: il caso Samsung

Anche Samsung fa la sua parte e si apre a una flessibilità ridotta, ma che è stata accolta in maniera positiva. La mossa di Samsung è quella di adottare una settimana lavorativa flessibile, consentendo un venerdì libero al mese se si lavorano più di 40 ore a settimana.

Samsung, con circa 120.000 dipendenti, diventa così un altro esempio di qual è la direzione intrapresa dal mondo del lavoro, ovvero un inevitabile spinta dal basso per aumentare la flessibilità del lavoro.

Venerdì breve: il caso Lavazza

Un altro esempio, che si avvicina a piccoli passi alla flessibilità richiesta dei dipendenti, è quello di Lavazza. Da maggio a settembre Lavazza sta sperimentando il venerdì breve, cioè un’uscita anticipata per lasciare il pomeriggio libero ai dipendenti.

Idea di recente adottata anche da altre grandi aziende, come per esempio il marchio Thun, che si basa però sul principio di fiducia. Infatti l’azienda permette ai dipendenti di svolgere la mattinata di lavoro in ufficio e il pomeriggio in smart working a casa, ma una volta finito il lavoro il resto del pomeriggio è da considerarsi libero.

Settimana di 4 giorni per le neomamme: il caso Plasmon

Plasmon scommette sulla maternità e sulla genitorialità e lo fa garantendo alle neo mamme una settimana corta lavorativa di 4 giorni retribuita al 100%. Non solo, l’azienda garantisce 60 giorni di congedo al secondo genitore con retribuzione al 100%.

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# Lavoro

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