Mosca accusa la Nato di aver intrapreso una guerra per procura. Il monito è chiaro il rischio è che si estenda il conflitto. Ecco cosa significa guerra per procura e se la guerra in Ucraina lo è.
La guerra in Ucraina come guerra per procura. È questa l’accusa che Mosca lancia contro la Nato, ricordando che l’interferenza dell’Occidente potrebbe provocare un’estensione del conflitto su larga, giungendo a uno scontro, se non mondiale, comunque tra l’Organizzazione atlantica e la Russia. Le accuse sono state però respinte con forza dai Paesi membri.
Eppure, la Nato avrebbe confermato, nelle parole del segretario alla Difesa americano Austin, che il proprio obiettivo non è solo quello di aiutare l’Ucraina, ma è quello di rendere inoffensiva la Federazione russa. La risposta di Putin è stata quindi fulminea, come fulminea - ha minacciato - sarà la reazione della Russia.
Intanto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov continua a protestare per l’invio in Ucraina di armi occidentali più sofisticate rispetto la prima fase della guerra; secondo il capo della diplomazia russa queste armi sono a tutti gli effetti “una provocazione”, che potrebbero avere l’effetto indesiderato di prolungare il conflitto. Ancora, secondo Lavrov, questa presa di posizione della Nato potrebbe contribuire ad aumentare “considerevolmente” il rischio di una guerra nucleare.
Stando invece ad altri esponenti russi, la reazione della Russia potrebbe includere degli attacchi a “centri decisionali occidentali a Kiev”. Il rischio, quindi, non è solo quello di colpire strutture dove sarebbero presenti delle forze occidentali in Ucraina, ma addirittura si teme per un attacco diretto ai Paesi della Nato, con l’effettiva conseguenza di una guerra mondiale. Davanti a una possibile escalation di questa portata è naturale domandarsi se l’Ucraina è diventata una guerra per procura e cosa questo significhi. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Guerra per procura: cosa significa?
Davanti alle parole di Putin, che ha minacciato di dispiegare sul campo armi mai viste prima, e le accuse della Russia alla Nato, è opportuno approfondire cosa significa realmente una guerra per procura.
Una guerra per procura o guerra delegata è un conflitto armato fra due o più Stati che combattono su provocazione o per conto di altre fazioni, di paesi terzi non direttamente coinvolti nelle ostilità. Per poter considerare un conflitto per procura è necessario che si sia una relazione duratura e diretta tra i Paesi esterni e quelli coinvolti nel conflitto. Di fatto quindi una guerra per procura consiste nel:
- finanziare;
- fornire armi,
- fornire addestramento militare,
- fornire altre forme di assistenza materiale.
Tutto questo senza che vi sia un coinvolgimento diretto. Guarda alla definizione è facile ravvisare questo schema bellico fin dall’antichità fino ad arrivare alla guerra fredda, quando Stati Uniti e Urss sono state protagoniste di numerose guerre per procura, come quella in Corea, in Vietnam, in Angola, in Nicaragua. Le due nazioni si sono rese responsabili dirette di scontri tra una fazione filoccidentale e una comunista, fornendo sostegni militari, arrivando al coinvolgimento diretto sul campo.
L’Ucraina è diventata una guerra per procura?
Nonostante, quindi, la Nato neghi un suo ingaggio in una guerra per procura, di fatto il conflitto russo-ucraino ne ha tutte le caratteristiche. La Nato fornisce infatti finanziamenti, aiuti militari in armamenti e intelligence, oltre alla probabile presenza di consiglieri militari sul terreno.
Se quindi in un primo momento l’obiettivo dell’Organizzazione era quello di aiutare l’Ucraina nell’autodifesa, adesso con le parole del segretario alla difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin la Nato avrebbe confermato di avere come obiettivo quello di indebolire la Russia, la quale sembrerebbe che stia guardando con interesse la Transnistria in Moldavia. E se sembra che si vadano a delineare di nuovo due blocchi, Russia e Nato, il rischio quindi non è solo che si protragga la guerra in Ucraina ma che possano sorgere in futuro nuove guerre per procura.
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