Da Trump a Zelensky fino a von der Leyen, Macron e la delegazione russa: visti i presenti il funerale di Papa Francesco può diventare il momento della resa dei conti per dazi e guerra in Ucraina.
Guerra Ucraina e dazi: un po’ come avveniva nell’antichità quando non esistevano i telefoni e soprattutto internet, il funerale di Papa Francesco può essere il momento in cui i leader mondiali approfitteranno della situazione per stringersi la mano, parlarsi e magari fare dei bilaterali lampo che potrebbero cambiare le sorti del mondo.
Non è un’esagerazione. Per chi non l’avesse capito stiamo vivendo un momento di cambiamento non solo climatico, ma anche geopolitico con l’asse sino-russo che vuole sfilare le redini dell’ordine mondiale dalle mani degli Usa: tra guerre vere e commerciali, questo duello può risolversi con le buone o con le cattive.
Al funerale di Papa Francesco saranno presenti Donald Trump, Volodymyr Zelensky, Emmanuel Macron, Ursula von der Leyen e oltre un centinaio di teste coronate e capi di governo o di Stato; non dovrebbero mancare anche una delegazione russa, cinese e iraniana, oltre al presidente argentino Javier Milei che in passato aveva rivolto insulti pesantissimi al Pontefice.
Oltre a organizzare le ingenti misure di sicurezza, Giorgia Meloni da padrona di casa potrebbe essere chiamata a gestire anche possibili faccia a faccia tra le varie delegazioni: i media da tempo parlano di un possibile incontro tra Donald Trump e Ursula von der Leyen sui dazi, mentre in merito alla guerra l’Ucraina vorrebbe parlare con il presidente americano in merito al pesantissimo - per Kiev - piano di pace pensato dalla Casa Bianca.
Ecco perché sabato potrebbe essere non solo il giorno della commozione per il saluto a Papa Francesco, ma anche quello di incontri che potrebbero incidere sulle sorti del nostro mondo.
Dalla guerra ai dazi: cosa succederà ai funerali del Papa
Stando a quanto riferito da Axios - che ha citato fonti interne all’amministrazione americana senza essere smentito finora -, gli Stati Uniti avrebbero recapitato a Ucraina e Russia un piano di pace per far cessare la guerra il prossimo 30 aprile.
Donald Trump infatti avrebbe fretta di mantenere fede all’impegno di porre fine alla guerra entro i primi cento giorni del suo secondo mandato presidenziale, ma Volodymyr Zelensky sembrerebbe essere restio ad accettare tanto che il tycoon è tornato a usare parole dure nei confronti del presidente ucraino.
Per l’Ucraina però le condizioni poste dagli Usa assomigliano molto a un’autentica resa: riconoscimento della Crimea e di buona parte degli altri territori occupati come parte della Russia, Kiev fuori dalla Nato e fine delle sanzioni imposte alla Russia; in cambio gli ucraini otterrebbero parte della regione di Kharkiv ora sotto il controllo di Mosca, garanzie di protezione e soldi per la ricostruzione.
Così mentre la Russia è tornata a bombardare Kiev, Zelensky ha chiesto a Meloni di organizzare sabato in occasione dei funerali di Papa Francesco un incontro con Trump per cercare di cambiare le carte in tavola, ma al momento non ci sono certezze a riguardo.
Oltre alla guerra contro cui Papa Francesco tanto si è speso durante gli ultimi anni della sua vita, le esequie del Pontefice potrebbero fare da cornice anche a un incontro tra Donald Trump e Ursula von der Leyen sui dazi, anche se in questo caso Giorgia Meloni sarebbe molto restia in quanto verrebbe scavalcata nel ruolo di pontiere e vedrebbe svuotato di significato l’incontro che starebbe organizzando sulle tariffe proprio a Roma.
Inoltre l’assegnazione dei posti al funerale ha previsto che Trump e Macron sedessero l’uno di fianco all’altro, ma c’è curiosità anche per capire come si comporteranno le delegazioni di Russia, Cina e Iran.
Non bisogna dimenticare poi che l’elezione del prossimo Papa viene descritta anche come una partita politica, tra chi spinge per un Pontefice progressista come Francesco e chi invece vorrebbe un conservatore a San Pietro.
Insomma a Roma i grandi della terra potrebbero ritrovarsi non solo per rendere omaggio a Papa Francesco che, se potesse, li striglierebbe di nuovo a fare di più per far cessare le guerre, abbandonare la corsa al riarmo e cercare di rendere il mondo più giusto dal punto di vista sociale.
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