Secondo giorno di guerra in Ucraina, i carri armati russi sono arrivati alle porte di Kiev. Quale sarà adesso la risposta della Nato? Intervista al prof. Niglia.
Secondo giorno di guerra in Ucraina, nella notte ancora esplosioni su Kiev. Le sirene di avvertimento hanno suonato di nuovo intorno alle 7.30 del mattino, ora locale. I carri armati russi sono alle porte della capitale.
La tensione dunque non accenna a placarsi. Scattano le sanzioni di Unione europea, Stati Uniti e Gran Bretagna (a cui si sono affiancati altri paesi come Australia e Canada). «Le sanzioni colpiscono il 70% del sistema bancario e finanziario russo», ha spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Ma quali sono gli scenari possibili adesso? E cosa rischia l’Italia? Ne abbiamo parlato con Federico Niglia, professore di Storia delle relazioni internazionali all’Università per Stranieri di Perugia.
La Russia ha attaccato l’Ucraina. Come si è arrivati a questo punto?
Contrariamente a quanto creduto dagli analisi, la Russia ha sviluppato un’azione molto più consequenziale di quella immaginata. I paesi occidentali hanno pensato che la Russia si sarebbe fermata a un braccio di ferro per l’erosione della sovranità ucraina. Mentre adesso, con il senno di poi, è chiaro che Mosca stia riallacciando un filo interrotto dagli anni 89-90. La Russia ha sviluppato un disegno coerente, seguendo una sua logica.
Cosa farà adesso la Nato? Putin dice: “Puniremo chi interferisce”
La Nato si trova di fronte a una sfida totalmente diversa rispetto al passato. Se con la fine della guerra fredda l’organizzazione si è riconvertita ad attore di stabilizzazione di crisi, questo nuovo scenario riporta la Nato al suo ruolo storico. Nemica della Russia. Per anni l’Occidente ha pensato di tenere agganciata Mosca con il dialogo. Ma dal 2008, con il vertice di Bucarest e poi il conflitto in Georgia, è stato chiaro che avessero preso strade diverse. Se si torna alla Nato del containment (contenimento), la prospettiva cambia. Si spera che l’Ucraina non diventi la Sarajevo del futuro. La Nato, rientrata nel suo vecchio ruolo, deve puntellare una serie di situazioni, dal Baltico ai Balcani.
Si parla di guerra nucleare...
È un concetto latente da quando il nucleare esiste. La storia ci insegna che le super potenze hanno un interesse all’utilizzo politico del nucleare.
Qual è il ruolo ora di Stati Uniti e Unione europea?
Gli Stati Uniti devono ridefinire la loro strategia globale. Cosa fanno gli Usa se c’è un avanzamento? Il contenimento è attivo o passivo? Deve essere fatta una scelta di metodo, dall’Ucraina a Taiwan. Per quanto riguarda l’Unione europea, rispetto agli Usa, è più sofferente perché questa situazione è legata all’approvvigionamento energetico.
Cosa farà l’Italia e cosa rischia?
Anche l’Italia è legata alla partita dell’energia. Si possono fare strategie di backup, ma c’è un danno netto. Le sanzioni alla Russia danneggiano anche l’Europa. La City di Londra ha una presenza fortissima di capitale russo. Ci sarà un impatto forte .
Qual è lo scenario possibile adesso?
Lo scenario dipende dalla risposta occidentale. Sulla carta la Russia sta seguendo il disegno della guerra chirurgica. Cosa accadrà adesso dipenderà dal livello di risposta. La palla è passata nella mani della Nato. In genere, nello schema del sistema internazionale si tende a non arrivare a un conflitto incontrollato.
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