I mercati iniziano la settimana con 3 temi al centro dell’attenzione. Cosa succede nelle Borse mondiali e cosa devono osservare gli investitori in un contesto ricco di sfide e di insidie.
I mercati iniziano una nuova settimana con almeno 3 temi chiave da monitorare.
Le azioni asiatiche stanno archiviando la seduta in perdita e i futures sulle azioni statunitensi scambiano in rosso, in una giornata di scambi cominciata all’insegna del rallentamento della crescita dei profitti industriali cinesi. Il dato ha indebolito l’ottimismo dopo i guadagni azionari della scorsa settimana.
La fine del mese di novembre si preannuncia cruciale per le Borse e gli investitori. I dati sull’inflazione provenienti da Stati Uniti ed Europa potrebbero infatti influenzare i mercati nel corso della settimana e l’incontro Opec, slittato per disaccordi interni, potrebbe fermare, o estendere, il recente calo dei prezzi del greggio.
Sotto i riflettori restano le banche centrali, con qualsiasi intervento o commento di Powell o Lagarde e altri membri a influenzare gli asset di rischio e la direzione dei rendimenti obbligazionari. In questo contesto ricco di spunti, i mercati oggi cominciano una settimana rilevante con almeno 3 temi da non sottovalutare.
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1. Cina nell’incertezza
Le azioni cinesi hanno guidato i ribassi dopo che i dati hanno mostrato profitti delle società industriali della nazione in crescita a un ritmo più lento. L’indicatore ha confermato che la ripresa economica rimane incerta.
L’indice Hang Seng China Enterprises è sceso dell’1,4%, mentre il CSI 300 ha chiuso in ribasso dell’1,2% nella sessione mattutina di lunedì. I benchmark sono scesi anche in Australia e Giappone.
La crescita contenuta delle aziende industriali cinesi probabilmente manterrà le imprese caute nell’espandersi o nell’assumere di più, il che a sua volta potrebbe aumentare la pressione sui prezzi. I profitti sono aumentati solo del 2,7% in ottobre rispetto a un anno fa, in calo rispetto al guadagno dell’11,9% di settembre.
“I numeri sugli utili mostrano che l’attuale slancio della ripresa è ancora piuttosto fragile”, ha affermato Dong Chen, di Pictet Wealth Management, in un’intervista a Bloomberg Television.
Questa settimana, gli investitori esamineranno con particolare attenzione i dati sull’attività cinese per valutare lo stato di salute della seconda economia mondiale. I trader valuteranno anche i titoli del settore bancario ombra dopo che le autorità cinesi hanno dichiarato di aver recentemente aperto indagini penali sull’attività di gestione del denaro di Zhongzhi Enterprise Group Co. Il gruppo aveva dichiarato la scorsa settimana l’insolvenza sul pagamento di alcune obbligazioni.
La banca centrale cinese ha annunciato che incoraggerà le istituzioni finanziarie a sostenere le aziende private, compresa la tolleranza per i prestiti in sofferenza.
2. L’oro brilla
I trader stanno tenendo d’occhio l’oro, che nella sessione asiatica ha raggiunto il massimo degli ultimi sei mesi a 2.018 dollari l’oncia e si è consolidato sopra i 2.000.
La crescente convinzione che la Federal Reserve americana abbia ormai finito di aumentare tassi di interesse e l’indebolimento del dollaro hanno sostenuto i prezzi del metallo prezioso.
I prezzi spot sono aumentati dello 0,6% a 2.013,10 dollari l’oncia troy durante gli scambi asiatici, il livello più alto da metà maggio.
L’ascesa dell’oro ha trovato supporto soprattutto dalla flessione del dollaro, che questo mese è sceso di circa il 3% rispetto a un paniere di altre valute. I dati economici deboli negli Stati Uniti hanno rafforzato la convinzione che i tassi sui prestiti nel Paese potrebbero non aumentare ulteriormente quest’anno.
3. Prezzo del petrolio in calo
Il mercato petrolifero affronta alcuni giorni di tensione in vista della riunione OPEC+ del 30 novembre, originariamente prevista per domenica ma che è stata rinviata poiché i produttori hanno faticato a trovare una posizione unanime.
I rapporti suggeriscono che i produttori di petrolio africani pretendono limiti di produzione più elevati per il 2024, mentre l’Arabia Saudita potrebbe estendere il suo ulteriore taglio volontario alla produzione di 1 milione di barili al giorno, che dovrebbe scadere alla fine di dicembre.
“L’Arabia Saudita e l’OPEC+ devono affrontare la sfida di mantenere i mercati petroliferi tesi nel 2024”, hanno scritto in una nota gli analisti delle materie prime della CBA. “L’OPEC+ dovrà mostrare una significativa disciplina dell’offerta, o almeno una tale capacità, per alleviare le preoccupazioni su un profondo surplus nei mercati petroliferi il prossimo anno”, ha aggiunto.
L’incertezza ha cancellato i guadagni iniziali del greggio, con i futures sul Brent e sul WTI entrambi in calo al momento.
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