In attesa della decisione della Federal Reserve e delle parole di Powell, i mercati asiatici sono positivi. Ci saranno segnali di allentamento dei rialzi dei tassi? Gli investitori lo sperano.
Oggi i mercati aspettano la decisione Fed, e soprattutto le parole di Powell, per captare segnali di un allentamento della politica monetaria nei prossimi mesi.
L’Asia sta archiviando una seduta positiva, nonostante dati macro ancora incerti sia in Giappone che in Cina. L’attività delle fabbriche giapponesi ha registrato un terzo mese consecutivo di contrazione a gennaio.
Per quanto riguarda il dragone, l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Caixin per per gennaio è arrivato a 49,2, una lettura leggermente superiore a quella di dicembre a 49,0, ma deludente per le aspettative di Reuters di 49,5. L’offerta e la domanda manifatturiera, con la ricaduta della pandemia la frenare produzione e vendite.
Gli indici di Wall Street si sono rafforzati nella notte, mentre il dollaro ha rinunciato ai guadagni quando l’indicatore salariale preferito dalla Fed, l’indice del costo del lavoro negli Stati Uniti, ha mostrato un aumento dell’1% nell’ultimo trimestre, il più piccolo aumento in un anno.
In questa cornice, tutti i riflettori sono accesi su Powell e sul tono della conferenza: sarà ancora da falco? Gli investitori, inoltre, attendono alcuni dati macro dell’Eurozona, tra i quali l’inflazione dell’Italia, prima dell’attesa riunione Bce del 2 febbraio.
In attesa della Federal Reserve, cosa sperano i mercati?
I mercati dei tassi di interesse stanno scontando un rallentamento del ritmo incalzante degli aumenti dei tassi, con il rialzo di 25 punti base (pb) previsto per mercoledì che porterà l’intervallo obiettivo del tasso sui Fed funds al 4,5-4,75%.
Salvo sorprese, l’attenzione si concentrerà sul tono di Powell. Gli investitori cercheranno di valutare se e quanto ancora la politica monetaria opterà per i tagli dei tassi a partire dalla seconda metà di quest’anno.
Da osservare che le azioni statunitensi hanno registrato un rally quest’anno, poiché la Federal Reserve ha rallentato il ritmo degli aumenti dei tassi e l’inflazione si è moderata. Un aumento di 25 punti base segnerebbe un ritorno a un ritmo più normale degli aumenti del costo di finanziamento, dopo che la Fed lo scorso anno ha registrato quattro incrementi consecutivi di 0,75 punti percentuali prima di rallentare a un aumento di 0,5 punti percentuali a dicembre. Sebbene l’inflazione rimanga lontana dall’obiettivo del 2% della Fed, il livello di dicembre è stato il più basso dall’ottobre 2021, al 6,5%.
Tuttavia, c’è ancora molta incertezza sulle mosse della banca centrale Usa e su come si muoverà l’inflazione. “I risultati per l’inflazione sembrano migliori rispetto a pochi mesi fa, ma la guerra contro l’inflazione è tutt’altro che vinta”, ha dichiarato in un’intervista a Bloomberg Television Aninda Mitra, Head of Asia Macro and Investment Strategy per BNY Mellon. “I salari sono ancora alti, il mercato del lavoro è ancora stretto.”
Non solo Fed, attenzione ai dati in Europa
Anche l’Eurozona è protagonista dei mercati.
I dati sull’inflazione europea sono attesi con rischi di una sorpresa al rialzo dopo che gli aumenti dei prezzi spagnoli e francesi sono stati più caldi del previsto all’inizio della settimana. Inoltre, verranno svelati i PMI manifatturieri di Eurozona, Italia, Germania.
Queste saranno tutte preziose indicazioni per la Bce che si riunisce domani 2 febbraio. La Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra sembrano più aggressive della Fed in questo momento. Entrambi si incontreranno giovedì e dovrebbero aumentare i tassi di interesse di 0,5 punti percentuali.
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