I migliori Paesi del 2024 (spoiler, non c’è l’Italia)

Maria Paola Pizzonia

23 Dicembre 2024 - 08:21

Nel 2024, Paesi come Bangladesh e Argentina riscrivono il loro futuro, mentre l’Italia resta immobile a guardare.

I migliori Paesi del 2024 (spoiler, non c’è l’Italia)

Nel panorama mondiale del 2024, alcuni Paesi si sono distinti riscrivendo il proprio destino in modo sorprendente. L’Italia, a quanto pare non è tra loro: resta invece ai margini, prigioniera di un immobilismo che contrasta con la vitalità di nazioni come il Bangladesh e l’Argentina. La classifica annuale dell’Economist celebra chi ha saputo reinventarsi, affrontando sfide enormi con determinazione. Non è una lista che premia la perfezione, ma piuttosto la capacità di cambiare rotta, anche tra mille difficoltà. In cima alla lista? Bangladesh, Argentina e altri Paesi che stanno riscrivendo le regole del gioco.

Bangladesh: una rivoluzione pacifica

Il Bangladesh è stato riconosciuto come uno dei Paesi più importanti del 2024 grazie a una trasformazione politica e sociale senza precedenti. Dopo anni di governo autoritario sotto Sheikh Hasina, nel 2024 il Paese ha visto un radicale cambio di rotta. Le proteste studentesche di massa, scoppiate ad agosto, hanno segnato l’inizio di una nuova era, culminando nella nomina di Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace, a capo di un governo tecnocratico. Le riforme di Yunus hanno puntato sul ripristino dell’ordine, la lotta alla corruzione e la stabilizzazione economica. Nonostante le sfide, come l’estremismo islamico e l’organizzazione di elezioni eque, i progressi sono innegabili. L’economia del Bangladesh ha iniziato a riprendersi, guadagnando fiducia a livello internazionale. Questo Paese, spesso relegato ai margini dell’attenzione globale, sta finalmente emergendo come un modello di transizione verso una democrazia più stabile.

Nonostante ciò, le sfide non mancano. Infatti, l’estremismo islamico resta una minaccia significativa, mentre l’organizzazione di elezioni libere e trasparenti rappresenta una prova cruciale per il futuro del Paese. Tuttavia, l’impegno dimostrato nel migliorare la partecipazione politica e nel consolidare l’economia segnano una chiara svolta.

Argentina (nonostante i sospetti iniziali su Milei)

L’Argentina si è conquistata un posto tra i migliori grazie alle controverse ma (a quanto pare) efficaci riforme economiche del presidente Javier Milei. Il suo approccio anarco-capitalista ha rivoluzionato l’economia nazionale: tagli alla spesa pubblica e misure di libero mercato hanno ridotto l’inflazione e migliorato i costi di finanziamento. Sebbene i primi risultati siano promettenti, con segnali di crescita economica già visibili nel terzo trimestre del 2024, l’Economist avverte dei rischi a lungo termine, come una valuta sopravvalutata e il possibile calo del sostegno popolare.

Il risultato è quindi ambivalente: le riforme radicali di Milei hanno diviso l’opinione pubblica, ma hanno anche prodotto risultati tangibili. Il controllo dell’inflazione, un problema cronico per l’Argentina, e la riduzione del deficit pubblico sono stati accolti con favore da alcuni settori economici. Tuttavia, il futuro del modello di Milei rimane incerto, con molte domande sulla sostenibilità di queste politiche nel lungo termine.

Gli altri finalisti: tra sfide e speranze

Tra i finalisti dell’Economist troviamo Polonia, Sudafrica e Siria, ognuno con storie di progresso in alcuni settori chiave. La Polonia si è distinta per la sua lotta contro l’estremismo e la corruzione, mentre il Sudafrica ha compiuto passi avanti nella stabilizzazione economica. La Siria, nonostante anni di conflitti devastanti, mostra timidi segnali di ripresa in alcune regioni.

In Polonia, gli sforzi per combattere la corruzione e promuovere la trasparenza hanno migliorato la fiducia nella governance. In Sudafrica, il rafforzamento delle istituzioni democratiche e i progressi economici hanno gettato le basi per un futuro più stabile. Anche la Siria, pur restando un Paese segnato dalla guerra, ha mostrato progressi significativi in alcune aree, grazie agli sforzi per ricostruire infrastrutture e sostenere le comunità locali.

E l’Italia?

Guardando a questa lista, la domanda è inevitabile: dove si colloca l’Italia? Purtroppo, non c’è traccia del nostro Paese, relegato al ruolo di spettatore in un mondo in evoluzione. A quanto pare, mancano la visione, la leadership e il coraggio di affrontare le sfide strutturali. L’Italia sembra sempre più legata al passato, incapace di affrontare una vera modernizzazione politica ed economica. E mentre gli altri si reinventano, noi sembriamo compiacerci in un’inerzia che non promette nulla di buono. È una lezione amara ma necessaria: il futuro appartiene a chi ha il coraggio di immaginarlo e la determinazione di costruirlo. La storia non aspetta e forse dovremmo smettere di aspettare anche noi.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.