Ecco perché l’idea validation è cruciale per evitare il fallimento di una startup e perché l’MVP è l’ago della bussola di una nuova idea di business.
Il 90% delle startup fallisce. Quante volte ci è capitato di sentire questa frase? Ma soprattutto: è davvero così?
Sono parecchie le complessità dietro una questione del genere. I pareri sono discordanti e probabilmente non c’è una vera e propria risposta. Leggendo gli innumerevoli articoli, libri e report si potrebbe però dire che tutti gli esperti del settore sono d’accordo su un aspetto comune: fare business - e soprattutto avere successo - è tutt’altro che semplice.
Ma cosa porta al fallimento? Tra le cause citate come le principali si trovano spesso il fatto di non essere riusciti a raccogliere capitali per permettere al business di crescere adeguatamente, l’essere schiacciati dai competitor, l’avere un business model non adeguato, le problematiche inerenti la burocrazia e le normative, l’incompatibilità di visione tra i membri del team, l’assenza di domanda di mercato. In particolare, l’ultima riportata viene spesso citata anche come “no market need” e indica il fatto che il prodotto o servizio offerto dalla startup non risponde a una reale esigenza del mercato. Sostanzialmente, si sta provando a vendere qualcosa che non serve e che quindi nessuno compra.
Per evitare di arrivare a trovarsi in una situazione del genere, si può ricorrere a un processo conosciuto come idea validation. Il ragionamento alla base consiste nel fatto che, nel momento in cui si ha un’idea attorno alla quale si intende lanciare un nuovo business, occorre prima validarla, verificando che il prodotto o servizio che si vuole realizzare, risponda effettivamente a una reale esigenza del mercato.
Come farlo nel concreto? Si ricorre a un MVP.
Secondo Gartner, un Minimum Viable Product (MVP) può essere definito come “il rilascio di un nuovo prodotto (o di una nuova funzionalità importante) utilizzato per validare i bisogni e le richieste dei clienti prima di sviluppare un prodotto più completo. Per ridurre tempi e risorse di sviluppo, un MVP include solo le funzionalità minime necessarie per essere una soluzione funzionante per il cliente”.
Diversi i concetti importanti che emergono da questa definizione. In particolare:
- Novità (“di un nuovo prodotto o di una nuova funzionalità importante”): che si tratti di un’idea, un prodotto o un servizio, questo qualcosa è nuovo. Si tratta di una novità rispetto a quanto visto finora sul mercato.
- Validazione (“utilizzato per validare i bisogni e le richieste dei clienti“): è lo scopo dell’MVP, la ragione per cui lo si realizza. L’obiettivo è verificare che i potenziali clienti abbiano effettivamente bisogno di ciò che intendiamo proporre.
- Anticipazione (“prima di sviluppare un prodotto più completo”): quando si realizza un MVP, non ha senso sviluppare un nuovo prodotto completo (che magari è anche molto complesso). Si testa solamente ciò che serve a validare l’idea prima di investire tempo e risorse in ulteriori sviluppi.
- Essenzialità (“un MVP include solo le funzionalità minime necessarie”): aspetto strettamente legato al concetto dell’Anticipazione visto nel punto precedente: proprio per il fatto che un MVP si realizza prima di sviluppare il prodotto completo, si esclude tutto ciò che è superfluo, concentrandosi solamente su quegli aspetti chiave necessari a validare l’idea.
L’obiettivo di un MVP è quindi quello di consentire di testare in maniera semplice ed economica la propria idea di business, verificando che ci sia una reale esigenza da parte del mercato. Per farlo, si può ricorrere a diverse tipologie di MVP. Alcune delle principali sono, per esempio:
- Mago di Oz. Un MVP Mago di Oz consiste in un prodotto che all’apparenza è completamente automatizzato, ma che in realtà è supportato da operazioni manuali. Gli utenti che interagiscono con il prodotto non si rendono conto del coinvolgimento umano.
Un caso studio è rappresentato da Zappos. Nel 1999, Nick Swinmurn viveva il problema di trovare scarpe specifiche e di qualità su Internet. Questo ha ispirato l’idea di creare un negozio online specializzato nella vendita di scarpe.
Per testare l’idea, Swinmurn ha deciso di realizzare un MVP. Ha iniziato contattando alcuni negozi di scarpe locali a San Francisco e ha chiesto di poter fotografare i loro prodotti per metterli in vendita sul suo sito web. Quando gli ordini arrivavano tramite il sito web, Swinmurn si recava personalmente nei negozi per acquistare le scarpe e spedirle quindi ai clienti.
Questo approccio gli ha permesso di creare l’illusione di un inventario completo e di fornire un’esperienza di acquisto soddisfacente, anche se dietro le quinte il processo era ancora gestito manualmente.
- Piecemeal. Un MVP Piecemeal consiste nel combinare diversi tool e strumenti per simulare il prodotto o servizio che si intende offrire.
Un caso studio è rappresentato da Groupon. Nel novembre 2008, Andrew Mason ha avuto l’idea di creare un sito web che offrisse offerte e sconti per attività locali. Mason ha ritenuto che molte piccole imprese avessero bisogno di una piattaforma per promuovere le loro offerte e che i consumatori fossero sempre alla ricerca di occasioni vantaggiose.
Per testare l’idea, Mason ha creato un MVP di Groupon utilizzando 3 diversi tool: uno per realizzare il sito web, uno per generare i coupon e un altro per automatizzare il flusso di email. L’MVP presentava un’offerta al giorno per i residenti di Chicago, sua città natale. La prima offerta di Groupon riguardava una pizza con uno sconto significativo presso un ristorante locale.
Per promuovere l’offerta, Mason ha inviato l’annuncio via e-mail a un gruppo di persone selezionate, tra cui amici e conoscenti. Il passaparola ha avuto un impatto sorprendente, con un numero crescente di persone interessate all’offerta. Grazie alla validazione effettuata tramite MVP, Mason ha deciso di espandere Groupon ad altre città negli Stati Uniti, raggiungendo rapidamente un pubblico più ampio.
- Crowdfunding. Un MVP Crowdfunding consiste semplicemente nel descrivere su una piattaforma di crowdfunding il prodotto o servizio che si intende lanciare.
Un caso studio è rappresentato dal gioco di carte Exploding Kittens. Nel 2015, il team di Exploding Kittens lanciò una campagna di crowdfunding su Kickstarter con l’obiettivo di finanziare la produzione del gioco. L’obiettivo della campagna era fissato a 10,000 dollari. L’interesse da parte del pubblico fu così ampio che l’obiettivo venne raggiunto in appena 8 minuti. Al termine della campagna su Kickstarter, il team di Exploding Kittens aveva raccolto 8,7 milioni di dollari.
La validazione della propria idea di business risulta quindi essere un tassello fondamentale nel lancio di una startup. Questo processo non solo riduce i costi e i tempi di sviluppo, ma fornisce anche dati concreti e feedback dal mercato per le decisioni future. Le storie di successo di Zappos, Groupon e Exploding Kittens dimostrano in modo concreto come l’approccio intelligente all’idea validation attraverso MVP, abbia il potenziale non solo di catturare l’attenzione degli investitori, ma soprattutto di guadagnarsi la fiducia e la fedeltà dei clienti.
In un panorama imprenditoriale sempre più competitivo, l’idea validation diventa quindi la bussola che guida le startup attraverso le incertezze del mercato, permettendo loro di sperimentare con intelligenza, ascoltare attivamente il feedback degli utenti e adattarsi prontamente per trasformare un’idea iniziale in una solida realtà imprenditoriale.
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