Il valore delle aziende è stato gonfiato fino all’85% e i buchi finanziari sono stati opportunamente nascosti agli investitori.
Il gruppo dell’imprenditore indiano Gautam Adani, l’uomo più ricco d’Asia, è crollato in borsa in seguito alle accuse lanciate da un fondo d’investimento. Da inizi miseri negli anni ottanta, Gautam Adani è diventato l’uomo più ricco d’India. Ora, nell’arco di pochi giorni, il suo impero è stato scosso fino alle fondamenta.
Il 24 gennaio un piccolo fondo d’investimento statunitense, la Hindenburg Research, ha pubblicato un rapporto che definisce l’Adani Group “il più grande imbroglio nella storia delle aziende”. Il gruppo indiano, che comprende sette società quotate in borsa, ha risposto affermando che il rapporto era “intenzionalmente malevolo”, “non fondato su ricerche” e finalizzato a “sabotare” l’offerta di azioni della sua azienda quotata più importante, la Adani Enterprises.
Il gruppo ha inoltre affermato che la Hindenburg ha pubblicato il rapporto senza cercare mai di contattare i suoi dirigenti o di verificare il contesto dei fatti. “Siamo profondamente turbati dal tentativo sconsiderato di un soggetto straniero di fuorviare gli investitori e l’opinione pubblica”, ha scritto Jatin Jalundhwala, il principale legale del gruppo Adani.
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