Il rally è già finito, mentre inflazione e tassi saranno sempre più alti

Violetta Silvestri

02/03/2023

Azioni in calo in Asia, con segnali evidenti che il sentiment è già tornato negativo. I motivi sono ancora le banche centrali, le previsioni di tassi elevati a lungo, la paura di un’inflazione alta.

Il rally è già finito, mentre inflazione e tassi saranno sempre più alti

L’entusiasmo per la ripresa economica cinese è già finito e gli asset di rischio assorbono un altro clima oggi.

Il rally delle azioni asiatiche è svanito sotto la pressione del calo delle azioni cinesi e dell’aumento dei rendimenti statunitensi, tra i timori che la Federal Reserve continuerà ad alzare i tassi di interesse per combattere l’inflazione vischiosa.

Anche la Bce è vista in una direzione sempre più aggressiva e l’attenzione è tutta per il risultato dei prezzi al consumo in Eurozona in uscita oggi. Le previsioni mediane sono per un dato annuo dell’8,2%, ma i rischi sono al rialzo dopo le sorprese di Francia, Spagna e Germania.

Mercati sotto pressione, corrono solo i rendimenti

In Asia, il più ampio indice azionario dell’Asia-Pacifico di MSCI al di fuori del Giappone ha perso lo 0,4%, annullando parte del guadagno del 2,1% della sessione precedente, il miglior giorno dell’indice in due mesi. Il Nikkei giapponese è in frazionale perdita.

L’indice Hang Seng di Hong Kong scende dello 0,98%, dopo aver registrato il suo più grande guadagno giornaliero in quasi tre mesi mercoledì, quando è balzato del 4,2% sulla scia di letture inaspettatamente robuste dai sondaggi PMI cinesi. Chiudono la seduta in rosso anche gli indici della Cina Shenzhen e Shanghai.

L’entusiasmo degli investitori per la riapertura economica della Cina, dopo che Pechino ha smantellato i suoi severi controlli Covid a dicembre si è molto indebolito, mentre gli analisti cercano ulteriori prove per valutare il ritmo della ripresa economica.

“I mercati finanziari sono intrappolati tra le due narrazioni di un atterraggio più morbido, aiutato dalla riapertura della Cina, e un’inflazione vischiosa che mantiene i tassi ufficiali più alti più a lungo”, ha affermato Chris Turner, responsabile globale dei mercati di ING.

In questo contesto, sia le obbligazioni che le azioni hanno subito un duro colpo a Wall Street, poiché gli indicatori di inflazione provenienti da Germania e Stati Uniti hanno rafforzato le aspettative che i tassi di interesse sarebbero saliti e sarebbero rimasti alti più a lungo.

Il rendimento dei titoli di Stato tedeschi a 2 anni si è portato ai massimi dall’ottobre 2008.

Negli Stati Uniti, l’attività manifatturiera si è contratta per il quarto mese consecutivo a febbraio, ma l’indicatore dei prezzi delle materie prime è aumentato il mese scorso, alimentando i timori che l’inflazione rimanga ostinata.

I rendimenti dei Treasury decennali di riferimento hanno raggiunto un nuovo massimo di quattro mesi del 4,028%, mentre anche i rendimenti a due anni sono saliti al 4,9310%, il picco da 15 anni.

Gli investitori prevedono ancora per lo più che la Fed alzerà i tassi di 25 punti base alla prossima riunione alla fine di questo mese, ma le aspettative di un aumento più ampio di 50 punti base sono aumentate.

Stesso sentore in Eurozona, dove la Bce è attesa per incrementi del costo del denaro ancora profondi. Lo stesso governatore di Bankitalia Visco ha detto che i tassi devono ancora salire. L’inflazione fa paura, ma i segnali di rallentamento economico potrebbero colpire le economie europee nei prossimi mesi e anni.

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