A pesare è il passato di David Cameron. Il nuovo ministro degli Esteri è stato più volte coinvolto in controversi progetti di investimento cinesi.
Il ritorno di David Cameron nel governo britannico si è concretizzato lo scorso 13 novembre. In seguito ad un rimpasto del premier Rishi Sunak, Suella Braverman, ministro dell’Interno, è stata sostituita da James Cleverly, fino a poco fa titolare degli Esteri. Ad occupare la poltrona al vertice di quest’ultimo dicastero, ecco invece la vecchia conoscenza della politica dell’Uk. Quel Cameron dimessosi da primo ministro nel 2016, dopo il disastroso esito del referendum sulla Brexit, e passato alla storia per averlo indetto, perdendolo, innescando così una delle crisi più gravi di sempre del sistema politico britannico.
L’attuale presenza dell’ex premier nella squadra di Sunak apre a diversi interrogativi. Il più importante, un nodo spinoso non da poco, riguarda i rapporti tra il Regno Unito e la Cina. Già, perché mentre Cameron è chiamato a traghettare il governo britannico in un mondo in subbuglio nel tentativo di rendere globale il Paese - con tentacoli capaci di arrivare in ogni area rilevante del pianeta, Indo-Pacifico compreso – Londra è alle prese con lo spionaggio cinese.
Prima i rapporti relativi a presunte spie del Dragone a Westminster attive - si dice - nell’influenzare le scelte di alcuni parlamentari, poi l’allarme sulle auto elettriche cinesi, che potrebbero monitorare i cittadini di Sua Maestà. Tra allarmismi eccessivi e casi da approfondire, a causa di qualche vecchio affare di troppo fatto con la Cina, Cameron è così subito finito nell’occhio del ciclone. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA