Con lo scoppio del conflitto ucraino la Russia ha «perso» oltre un milione di cittadini. Adesso molti di loro stanno rientrando in patria.
In seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, la Russia ha dovuto fare i conti con un’emorragia di espatriati. Nel 2022, e più in generale nei primi mesi successivi all’inizio della cosiddetta operazione militare speciale, il timore che Vladimir Putin potesse perdere il suo personale braccio di ferro contro la Nato aveva spinto oltre un milione di persone a trasferirsi all’estero.
Gli analisti occidentali pensavano che il Cremlino avesse perso, in un colpo solo, numerosi lavoratori qualificati ben disposti a farsi una nuova vita lontana dalla loro patria. Ebbene, dopo due anni di conflitto e con un finale militare ancora tutto da scrivere, migliaia di quelle persone stanno adesso tornando a casa. Regalando una vittoria propagandistica a Putin e offrendo una non indifferente spinta all’economia di guerra adottata da Mosca.
Di fronte ai rifiuti incassati al momento del rinnovo dei propri permessi di soggiorno, alle difficoltà riscontrate nel trasferire lavoro e denaro in Paesi terzi e alle destinazioni limitate che ancora li accolgono, gli expat russi stanno scegliendo di porre fine al loro autoesilio. [...]
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