Aumenta l’interesse per gli investimenti sostenibili di fronte alle evidenze del cambiamento climatico a seguito dei recenti disastri naturali. Come muoversi sui mercati finanziari?
Negli ultimi tempi, si sta assistendo a un crescente interesse riguardo al cambiamento climatico, anche nel mondo degli investimenti. Ciò che in passato poteva sembrare solo una discussione da bar, è ora supportato da studi scientifici riconosciuti, che mirano a mettere in luce un inequivocabile cambiamento a livello globale dal punto di vista climatico.
Molte persone danno per scontati certi temi e vi è molta confusione riguardo a questioni cruciali come l’inquinamento, il cambiamento climatico e gli investimenti sostenibili. Nonostante gli avvertimenti degli ultimi 10 anni, il riconoscimento dell’importanza di questi argomenti è diventato sempre più pressante di fronte alle evidenze ambientali, che a loro volta sono influenzate, almeno in parte, dai problemi legati all’inquinamento. In risposta a questa evidenza, il settore finanziario ha cercato di affrontare la questione introducendo criteri specifici, noti come criteri ESG, che le aziende devono rispettare per ottenere una certificazione green.
Tuttavia, è fondamentale comprendere che c’è una grande differenza tra il semplice rispetto dei criteri ESG da parte di una società quotata e l’effettivo concetto di «investire» con l’obiettivo di sostenere, in qualche modo, il cambiamento climatico. Quest’ultimo approccio implica un atteggiamento proattivo e consapevole verso gli investimenti, con l’intenzione di contribuire in modo positivo alle sfide ambientali che affrontiamo.
Occorre quindi prima di tutto fare chiarezza riguardo a temi generici quali, inquinamento e cambiamento climatico, per poi passare al tema caldo, investimenti.
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Come impatta l’inquinamento sul cambiamento climatico globale?
L’inquinamento è il processo attraverso il quale sostanze o energie nocive vengono introdotte nell’ambiente, con potenziali effetti dannosi sulla salute umana, sulla flora, sulla fauna e sull’ecosistema nel suo complesso. Le fonti dell’inquinamento sono molteplici. Le emissioni di gas serra e inquinanti atmosferici, derivanti principalmente dalla combustione di combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale, rappresentano una delle principali cause del dell’inquinamento atmosferico, come confermato da diverse agenzie ambientali, tra cui l’OMS, l’UNEP e l’EEA.
L’inquinamento da CO2 è legato all’eccessiva presenza di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera, che è uno dei principali gas serra responsabili del cambiamento climatico. Questa emissione di CO2 è principalmente imputabile all’attività umana, specialmente alla combustione di combustibili fossili. Il cambiamento climatico è, in parte, una conseguenza dell’inquinamento e, in particolare, delle emissioni di CO2. Sebbene il clima della Terra sia soggetto a variazioni naturali a lungo termine, come cicli di glaciazione e interglaciali, le attività umane hanno accelerato e intensificato il riscaldamento globale, superando gli effetti di questi cicli naturali.
Dati aggiornati al 2022 provenienti dal EDGAR - Emissions Database for Global Atmospheric Research proposto dall’European Commission rivelano che, nel 2021, Cina, Stati Uniti, UE27, India, Russia e Giappone rimangono i maggiori emettitori di CO2 a livello mondiale, contribuendo al 49,2% della popolazione globale, al 62,4% del prodotto interno lordo globale, al 66,4% del consumo globale di combustibili fossili e al 67,8% delle emissioni globali di CO2 derivanti dai combustibili fossili. L’analisi dei dati di emissione pro capite di CO2 e ponderati per il GDP del 2021 evidenzia che alcuni Paesi stanno inquinando in misura eccessiva rispetto alla dimensione della loro economia. In sintesi, le emissioni di CO2 a livello globale stanno aumentando mentre nei Paesi EU27 stanno diminuendo (seppur a ritmo lento).
Il 73,2% della presenza di Gas Serra è dovuto al settore dell’energia mentre più del 30% dell’emissioni globali di C02 è creata da 30 imprese: la prima in classifica è la rinomata società petrolifera Saudi Aramco.
Come investire a ridotto impatto ambientale
Non è possibile identificare a priori la precisa allocazione degli investimenti poiché coinvolge una vasta gamma di variabili, compresa l’attitudine al rischio dell’investitore. Tuttavia, è possibile definire criteri che possono essere seguiti per perseguire il duplice obiettivo di sostenibilità ambientale e redditività finanziaria. Un elemento centrale di questa questione riguarda i combustibili fossili: nel lungo termine, potrebbero subire una contrazione della domanda, mettendo a rischio i modelli di business delle aziende energetiche. Queste aziende, soprattutto quelle statunitensi ed europee, dovranno adattarsi a una struttura sostenibile dal punto di vista ambientale, se vogliono mantenere la loro rilevanza nel mercato.
La crescente sensibilizzazione degli investitori verso i criteri ESG dovrebbe favorire il processo di adattamento. I criteri ESG rappresentano un insieme di fattori ambientali, sociali e di governance utilizzati dagli investitori per valutare la performance e la sostenibilità di un’azienda o un’organizzazione.
Tuttavia, il trade-off diventa più complesso considerando l’evoluzione industriale e tecnologica in atto, che comporterà un notevole aumento del fabbisogno di energia. In breve, la domanda di energia è in aumento, mentre l’offerta dei combustibili fossili dovrebbe diminuire, aprendo potenzialmente la strada alle energie rinnovabili.
In sintesi, per raggiungere il duplice obiettivo, sia etico che finanziario, l’investimento in società che rispettano i criteri ESG potrebbe essere una scelta interessante per generare valore aggiunto nel proprio portafoglio. Questa strategia potrebbe consentire agli investitori di allineare i propri obiettivi finanziari con l’impegno per una crescita sostenibile e responsabile dal punto di vista ambientale.
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