L’oro, oltre alle sue proprietà fisiche e ornamentali, è un importante strumento d’investimento.
Il metallo prezioso fa parte dell’ampia asset class delle materie prime, o meglio commodities, e le sue caratteristiche intrinseche aiutano gli investitori nel bilanciare rischi e rendimenti di un portafoglio, nel breve ma anche nel lungo termine, ottimizzando, in alcuni casi, l’asset allocation. Infatti, l’oro, e più in generale le commodities, presentano un andamento decorellato dalle altre asset class, come azioni e obbligazioni.
L’obiettivo di un investitore dovrebbe essere quello di costruire un portafoglio capace di resistere e massimizzare i rendimenti nelle varie fasi che contraddistinguono il ciclo economico di breve e di lungo periodo. Farlo significa sfruttare appieno i differenti rapporti di casualità tra gli eventi macroeconomici e non solo, e i mercati finanziari, e tra le varie asset class, strutturando un asset allocation efficace e intelligentemente diversificata. L’oro consente di migliorare questa diversificazione, ed è comunemente considerato un ‘bene rifugio’, anche se non sempre ciò accade.
L’andamento del prezzo dell’oro dipende dagli equilibri economici, finanziari e geopolitici globali e tra Paesi. In altri termini, lo stato di salute di un’economia e/o le valutazioni dei mercati azionari e degli strumenti a reddito fisso possono influenzare le fluttuazioni del prezzo dell’oro. Infatti, l’oro è storicamente considerato uno degli strumenti più emblematici per proteggersi dall’inflazione, seguendo il suo prezzo il tasso di crescita dei prezzi in un sistema economico. Tuttavia, quando l’inflazione supera nettamente i target delle Banche Centrali, e queste intraprendono una politica monetaria restrittiva, aumentando i tassi di interesse di riferimento e spingendo i rendimenti delle obbligazioni con varie scadenze, l’oro diventa meno appetibile, in termini di costo opportunità. Questo accade almeno fin quando le politiche restrittive non trascinano l’inflazione al di sotto dei target in maniera persistente. Il prezzo dell’oro è quindi inversamente correlato ai tassi di interesse reali (al netto dell’inflazione), e gli investitori preferiranno acquistare un titolo obbligazionario quando questo restituisce un rendimento elevato e sicuro. Tuttavia, negli ultimi due anni questa relazione si è invertita: nonostante il rendimento reale delle obbligazioni USA su varie scadenze sia in netta salita, il prezzo dell’oro ha resistito ed è cresciuto, passando da $1600/oncia (ottobre 2022) ad oltre $1900/oncia a novembre 2023. Lo si può notare dal grafico seguente: [...]
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