AI, l’inchiesta di MONEY.IT. Ecco come sta distruggendo il mondo dell’illustrazione.
Basta andare online, digitare la descrizione di ciò che s’intente disegnare e in pochi secondi il gioco è fatto, l’intelligenza artificiale generativa sforna un’illustrazione convincente anche a un occhio esperto, ma il risultato non è un’opera originale perché, per definizione, l’intelligenza artificiale analizza l’esistente e ne genera una rielaborazione, in questo caso setacciando miliardi di opere illustrate presenti in rete, per lo più protette dal diritto d’autore, frutto del lavoro d’illustratori.
I siti internet più popolari a offrire questo servizio sono Midjourney e Stable Diffusion ma dal boom esploso la scorsa estate questo genere di chatbot si stanno moltiplicando. Disegnano, letteralmente, per un vasto pubblico e commercializzano le loro illustrazioni a basso costo, quando non gratuitamente. Un mercato fiorente, giacché di massa, che attinge e depreda risorse dalla professione dell’illustratore, abbattendo drammaticamente il peso specifico, il valore, delle singole opere. Sono inoltre già alle cronache casi di pubblicazioni di opere illustrate, interamente prodotte con questa tecnologia.
I proprietari delle illustrazioni sono contrari alla possibilità di attribuire il copyright a un’opera generata in questo modo. Salvo che non si attribuiscano all’AI delle capacità umane, banalmente non si consideri il robot come un allievo che una volta imparato il mestiere intraprenda la sua strada, sembrerebbe più un caso di plagio di massa.
Non esiste ancora un ordinamento globale in materia di AI. I regolamenti vigenti, con la loro flessibilità, sono insufficienti a dirimere la questione e per il legislatore è una gatta da pelare.
A macchia di leopardo nel mondo spuntano i primi contenziosi. Getty Images ha fatto causa a Stable Diffusion negli Stati Uniti per violazione del copyright.
I primi in Europa a sollevare il problema sono gli illustratori aderenti all’organizzazione italiana Mestieri del Fumetto (MeFu) che, in collaborazione con l’organizzazione più ampia a livello europeo, Egair, hanno redatto un “Manifesto in difesa dei diritti dell’essere umano” in cui si chiede di lasciare all’autore la scelta di rendere disponibili o meno le illustrazioni all’intelligenza artificiale. Le associazioni sono state ascoltate dalle istituzioni europee ottenendo l’inclusione delle loro osservazioni nella redazione dell’AI act, il documento che si propone di regolare l’impiego dell’intelligenza artificiale in Europa, in vigore con molta probabilità entro l’anno.
Il nodo della questione, forse ben più ampio di quanto si riesca a immaginare oggi - le applicazioni dell’AI sono come noto sconfinate -, è comprendere in che modo si potrà convivere con questa novità tecnologica dalle promettenti possibilità, senza esserne travolti.
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