Ilva, Magneti Marelli, Stellanttis: la Spoon River dell’industria italiana mostra il fallimento di politica, sindacati e Confindustria su tre fronti.
Nelle ultime settimane i tre casi del futuro produttivo in Italia di Ilva e Magneti Marelli e dell’apertura del tavolo industriale da parte di Stellantis a Melfi in Basilicata hanno portato la politica industriale nuovamente al centro del dibattito collettivo. E aperto a discussioni sull’effettiva capacità delle istituzioni e degli organi di rappresentanza economici di saper immaginare un futuro per il Paese. Ora più che mai, tocca dirlo: siamo all’anno zero. Il caso dell’acciaieria di Taranto, quello del futuro del sito produttivo di Magneti Marelli a Crevalcore e il dibattito sul passaggio di Stellantis dall’auto tradizionale all’elettrico mettono a nudo la mancanza di ragionamenti di questo tipo nella politica, nei sindacati e in Confindustria, la principale rappresentanza imprenditoriale.
L’Ilva “decotta”
Politica, Confindustria e sindacati avevano, in larga misura, approvato il ritorno della mano pubblica nell’ex Ilva tramite la costituzione di Acciaierie d’Italia in joint venture tra ArcelorMittal e Invitalia. Di recente, l’assemblea degli azionisti nel gruppo che vede ArcelorMittal detenere il 62% del capitale e Invitalia il rimanente 38% è stata convocata per il 22 dicembre. [...]
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