Il problema è rappresentato dal futuro degli Altiforni dell’Ilva: nessuno ha il coraggio di deciderne oggi lo spegnimento.
Lasciano l’amaro in bocca, ma purtroppo non sorpresi, le parole pronunciate di recente dal Ministro Adolfo Urso che, sottolineando l’urgenza di un ennesimo intervento drastico da parte dello Stato, si è lamentato del comportamento omissivo tenuto dal socio di maggioranza dell’Ilva: “Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto”.
C’è qualcosa che non va nel metodo con cui lo Stato gestisce da anni le vicende dell’Ilva, soprattutto in ordine agli interventi che i proprietari degli impianti avrebbero dovuto effettuare al fine di garantire il rispetto dei vincoli ambientali ai fini della tutela della salute umana e della sicurezza del lavoro.
Innanzitutto, non hanno funzionato le Autorizzazioni Integrate Ambientali (A.I.A.) che imponevano un preciso cronoprogramma di interventi di risanamento strutturale: le rilevazioni del superamento dei limiti di legge posti alle emissioni di fumi inquinanti e di polveri nocive ha determinato l’intervento della Magistratura, che poneva i singoli impianti sotto sequestro. [...]
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