Impianti sci aperti oggi per protesta: ecco dove

Laura Pellegrini

15/02/2021

Impianti da sci chiusi fino al 5 marzo, ma in Piemonte c’è chi ha deciso di ribellarsi all’ordinanza del ministro della Salute e aprire lo stesso. Ecco cosa è successo.

Impianti sci aperti oggi per protesta: ecco dove

Non si potrà andare a sciare almeno fino al 5 marzo: la nuova ordinanza del ministro della Salute, sulla base dell’ultimo verbale del Cts, ha posticipato ulteriormente l’apertura degli impianti sciistici inizialmente prevista per il 15 febbraio a causa dell’allarme nuove varianti.

Mentre dilaga la protesta della Lega, delle Regioni, dei titolari e gestori degli impianti stessi, in Piemonte c’è qualcuno che ha deciso di aprire lo stesso, almeno per la giornata odierna.

Piana di Vigezzo, impianti da sci aperti oggi nonostante il divieto

Gli appassionati tornano a sciare a Piana di Vigezzo, nel Comune piemontese di Craveggia (Vco), in alta Ossola. I gestori dell’impianto hanno disobbedito allo stop, decidendo di riaprire le piste nonostante l’ordinanza. “Ancora venerdì la Regione ci aveva assicurato l’apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. E così lo abbiamo fatto”, si giustificano.

Luca Mantovani, Amministratore delegato della società Vigezzo & Friends ha confermato all’Agi la decisione del Comune: “Siano aperti e sta continuando ad arrivare gente ”. A partire dalle 8 “avevamo già portato in quota con la funivia che collega la valle con le piste - e che è un trasporto pubblico locale e quindi può rimanere in ogni caso aperta - almeno un centinaio di persone ”, ha proseguito Mantovani.

Nonostante l’apertura di oggi, comunque, a partire da domani anche Piana di Vigezzo si adatterà alle decisioni dell’esecutivo. “Non vogliamo andare contro la legge - ha assicurato l’amministratore delegato - ma ci sembrava necessario dare un segnale forte, e lo abbiamo dato”.

Sci, la protesta contro il Governo

Per Piana di Vigezzo e per tutte le altre località sciistiche italiane le chiusure hanno segnato un duro colpo economico per i gestori di impianti e rifugi. “Noi siamo una piccola realtà e nella stagione 2019-2020 abbiamo fatturato circa 400 mila euro nella stagione invernale. Quest’anno non arriviamo a 27 mila euro ”, ha spiegato l’Ad.

Volevamo dare un segnale”, ha detto ancora Mantovani: “non si può comportarsi in questo modo. Io capisco perfettamente le esigenze della tutela della salute, cosa a cui teniamo ovviamente anche noi, ma non si può cambiare idea meno di ventiquattro ore prima della riapertura”.

La stessa protesta è stata avanzata anche dai Governatori delle Regioni gialle colpite dalla nuova ordinanza, oltre che da alcuni esponenti politici della Lega. Speranza ha annunciato che verranno elargiti dei ristori per mitigare gli effetti delle chiusure, ma Mantovani ha dichiarato: “Si parla di ristori, ma per ora noi non abbiamo visto niente”.

Cosa rischiano i gestori degli impianti violando le regole?

Per tutti coloro che non rispetteranno i divieti imposti dai DPCM e dalle ordinanze del ministero della Salute potrebbero scattare le sanzioni. Infatti, il DPCM aveva previsto la chiusura degli impianti per gli sciatori amatoriali fino al 7 gennaio 2021, ma una serie di ordinanze del Ministero della salute avevano prorogato il divieto (attualmente) fino al 5 marzo 2021.

Ciò significa che coloro che verranno scoperti a sciare nonostante i divieti potrebbero incorrere in una multa che può arrivare sino a 1.000 euro. Anche i gestori potrebbero ricevere una multa, visto che la sospensione delle attività potrebbe risultare una sanzione inefficace date le chiusure.

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