Cos’è l’imposta catastale, quando si paga, come si calcola? Ecco tutto ciò che c’è da sapere su questo tributo poco conosciuto con cui quasi tutti almeno una volta nella vita abbiamo a che fare.
Cos’è l’imposta catastale e chi deve pagarla? Quando un immobile subisce una variazione nel diritto di proprietà o diritto di godimento è necessario versare l’imposta catastale. L’imposta catastale è un’imposta indiretta, quindi non colpisce direttamente la ricchezza, ma una manifestazione di essa.
Si tratta di una somma, calcolata in proporzione al valore dell’immobile, da versare in caso di voltura catastale, cioè di un atto attraverso il quale cambia la proprietà di un immobile.
Si applica l’imposta catastale in caso di successione, compravendita o donazione dell’immobile o altro atto dispositivo.
Vediamo nel dettaglio per quali atti è previsto il versamento dell’imposta catastale e come si calcola l’importo.
Cos’è e quando si applica l’imposta catastale
L’imposta catastale è un’imposta indiretta, disciplinata dal D. Lgs. 31 ottobre 1990 n. 347, recante “Testo Unico delle disposizioni concernenti le imposte ipotecaria e catastale”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.277 del 27/11/1990.
La prima cosa da fare è determinare l’ambito di applicazione. L’imposta catastale si applica ad atti di:
- acquisizione di diritti di proprietà o di altri diritti reali di godimento, come usufrutto, servitù, superficie, uso, abitazione, enfiteusi su beni immobiliari;
- successioni;
- donazioni di beni immobili;
- ipoteche.
È prevista un’eccezione: non si applica l’imposta catastale nel caso in cui l’acquisizione avvenga nell’interesse di Stato, Regioni, Province, Comuni, Onlus, associazioni ed enti con finalità di pubblica utilità. In poche parole quando vi è un interesse pubblico, ad esempio un’espropriazione per pubblica utilità, o comunque un interesse meritevole di tutela, come nel caso in cui l’atto sia in favore di enti impegnati nel sociale, come appunto le onlus.
Come si calcola l’imposta catastale
Ora che abbiamo determinato a quali atti deve essere applicata l’imposta catastale, è necessario verificare quanto si versa di imposta catastale.
Nel caso di vendita di un immobile, il valore è determinato dal prezzo di vendita dello stesso. Diversa è la situazione nel caso in cui l’immobile sia trasmesso per donazione o successione. In questo caso è importante avere come punto di riferimento due elementi: base imponibile e aliquota.
La base imponibile è determinata dal valore dell’immobile, in particolare si tiene in considerazione la rendita catastale (rivalutata del 5%) calcolata per il coefficiente fissato per legge. Il coefficiente è:
- 110 per la prima casa;
- 120 per fabbricati (diversi dalla prima casa) con codici catastali A e C, esclusi A/10 e C1;
- 140 per fabbricati con codice catastale B;
- 60 per fabbricati con codice catastale A/10 e D;
- 40.8 per fabbricati con codice catastale C/1e E .
Per i terreni non edificabili la base imponibile viene calcolata moltiplicando il reddito dominicale per 90 rivalutato del 25%.
L’aliquota è invece all’1%, si applica in caso di vendita dell’immobile, successione e donazione.
Imposta catastale per acquisto, successione e donazione prima casa
Queste le regole generali, ma vi sono delle agevolazioni nel caso in cui l’atto sia una compravendita di immobile adibito a prima casa. In questo caso l’imposta catastale è determinata in misura fissa.
Per l’acquisto di casa da un privato l’imposta catastale è fissata 50 euro. Quando si acquista la prima casa da un’impresa in regime di esenzione Iva, l’imposta catastale è in misura fissa di 50 euro. Nel caso in cui si acquisti la prima casa in regime Iva, l’imposta catastale è di 200 euro.
L’imposta catastale si versa nelle misure fisse ora viste anche nel caso in cui l’immobile, in qualità di prima casa, sia acquisito per atto di successione o donazione.
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