Costi donazione immobili e mobili: ecco quanto si spende per un atto di donazione dal notaio a seconda dei casi e chi deve pagare il professionista.
La donazione è un trasferimento di beni a titolo gratuito, infatti chi concede il bene non si aspetta alcun corrispettivo e chi lo riceve non deve pagare un prezzo. Ci sono però comunque dei costi da sopportare quando ci si rivolge al notaio, che comprendono le imposte dovute sulla donazione e l’onorario del professionista. Considerando che in alcuni casi l’atto notarile di donazione è obbligatorio è importante avere un’idea preventiva sulla spesa, che nel 2025 è anche interessata da alcune novità. Ecco a quanto ammonta - in media - il costo di un atto di donazione dal notaio per beni immobili e mobili.
Quanto costa l’atto di donazione dal notaio?
Come anticipato, il costo per un atto di donazione dal notaio è composto dalle imposte e dall’onorario del professionista. Le prime sono facilmente prevedibili, perché vengono calcolate nella maniera precisa stabilita dalla legge. L’onorario, invece, viene stabilito dal notaio, che può fissare in modo piuttosto discrezionale le proprie parcelle.
Il costo, comunque, dipende in gran parte dal valore della donazione e dalla complessità degli atti necessari, senza dimenticare eventuali consulenze. Nonostante la parcella sia liberamente concordabile tra le parti esistono comunque delle tabelle dei compensi notarili che possono aiutare a valutare il preventivo, ma non sono strettamente vincolanti. Il notaio, infatti, può aumentare o diminuire il tariffario entro ampi margini.
Ecco perché molto spesso l’onorario effettivo dei professionisti è inferiore a quanto previsto dalle tabelle e tiene conto di elementi rilevanti scelti dal notaio stesso. Molti, ad esempio, chiedono un orario ridotto per le donazioni aventi a oggetto la prima casa (da 1.500 euro) e propongono una parcella più alta per altri immobili, specie se di lusso, superando anche i 5.000 euro.
Si ricorda che si tratta di importi puramente indicativi, è dunque importante valutare il preventivo, che il professionista è obbligato a fornire in forma scritta. Il preventivo per la donazione di beni immobili non deve essere richiesto in questa misura generica, ma basato in modo specifico sul trasferimento che si intende effettuare. In ogni caso, l’onorario del notaio è di norma una porzione minima dell’intera spesa per l’atto di donazione, su cui influiscono in particolar modo le imposte per cui si rimanda al paragrafo successivo.
I costi della donazione di beni immobili
Per la donazione di beni immobili è dovuta un’imposta di donazione pari all’8% del valore del bene donato, a meno che tra le parti vi siano rapporti di parentela o specifiche condizioni. La legge, infatti, prevede un preciso sistema di aliquote e franchigie per agevolare i trasferimenti tra alcuni soggetti. Nel dettaglio, l’imposta è pari al:
- 4% con una franchigia di 1.000.000 di euro (l’imposta si calcola sul valore eccedente questa cifra) se il donatario è il coniuge o un parente il linea retta (come un genitore o un figlio);
- 6% con una franchigia di 100.000 euro se il donatario è un fratello o una sorella;
- 6% - senza franchigia – se il donatario è parente entro il quarto grado, affine in linea retta (suoceri, generi e nuore) o affine in linea collaterale entro il terzo grado (cognati, nipoti e zii del coniuge);
- 8% per tutti gli altri casi, considerando che se il donatario ha un grave handicap riconosciuto dalla legge si applica una franchigia di 1.500.000 euro.
Da questo punto di vista, ci sono grossi vantaggi per chi riceve donazioni ed eredità nel 2025. Quando un erede ha ricevuto delle donazioni in vita, infatti, le stesse possono essere calcolate come parte dell’eredità. Ciò ha alcuni riflessi dal punto di vista successorio, ma anche fiscale, almeno fino a quest’anno. Prima la somma del valore di donazioni ed eredità costituiva la base per l’imposta, con il rischio di superare più facilmente le franchigie agevolate previste dalla legge. Da quest’anno, invece, i due istituti sono separati da questo punto di vista, ammettendo un certo risparmio fiscale. Più donazioni ricevute dallo stesso soggetto, invece, continuano a sommarsi.
Ne consegue che non ci sono limiti di calcolo per l’imposta, che può essere nulla oppure molto elevata a seconda del valore del bene e dei rapporti di parentela con il donante.
Oltre all’imposta di donazione, per ricevere degli immobili sarà necessario pagare anche:
- l’imposta di bollo da 230 euro;
- l’imposta di registro pari a 200 euro;
- l’imposta ipotecaria pari al 2% del valore dell’immobile;
- l’imposta catastale dell’1% sul valore dell’immobile.
Si ricorda, tuttavia, che per le donazioni “prima casa” l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale sono dovute nella misura fissa di 200 euro ciascuna. Nel caso in cui si applichino le franchigie previste per l’imposta di donazione, si è esenti dal pagamento dell’imposta di registro.
I costi delle donazioni di beni mobili
Molto spesso le donazioni di beni mobili (per le quali è obbligatorio l’atto notarile soltanto al superamento del modico valore) hanno un costo contenuto, poiché è dovuta soltanto l’imposta di donazione (insieme al compenso del notaio) ed è più probabile che il valore non sia molto elevato. Oltretutto, se le donazioni hanno a oggetto alcuni beni individuati dalla legge si è esenti anche dall’imposta di donazione. Questo principio si applica ai trasferimenti di:
- veicoli iscritti al Pra;
- soldi finalizzati a spese di matrimonio, istruzione, educazione, abbigliamento e mantenimento;
- aziende, rami aziendali, quote sociali, azioni tra coniugi e tra genitori e figli.
In queste ipotesi si deve corrispondere soltanto l’onorario al professionista, che lievita proporzionalmente in base al valore dei beni donati ma è spesso inferiore a quello delle donazioni immobiliari, salvo particolari complessità. Anche in questo caso, consultare il preventivo ed eventualmente effettuare un confronto tra più studi può rivelarsi molto utile, come sempre basato sulle proprie necessità non essendoci generici costi delle donazioni di mobili.
Donazioni tra coniugi separati o divorziati
La legge prevede un’eccezione al sistema di calcolo delle imposte sulle donazioni, riguardante i trasferimenti tra ex coniugi. Questi ultimi, dopo la separazione o anche dopo il divorzio, possono regolare i rapporti patrimoniali attraverso le donazioni senza alcuna tassazione. Non importa quanto tempo sia trascorso dalla separazione o dal divorzio, purché sia finalizzato alla composizione della crisi.
Il Fisco può effettuare dei controlli, ma per contestare la mancata tassazione deve provare l’intento elusivo (ad esempio in caso di riconciliazione).
Chi paga il notaio per la donazione?
Per le donazioni si applica per estensione quanto previsto dalla legge sulle compravendite: l’atto è a carico di chi riceve il bene. A pagare i costi della donazione è quindi il donatario, il soggetto che riceve in regalo mobili o immobili dal donante. Si tratta infatti della parte che beneficia maggiormente dall’atto, anche se nulla vieta di prendere accordi differenti. Le parti possono infatti concordare di distribuire diversamente i costi, per esempio dividendoli o prevedendo che se ne faccia interamente carico il donante. Ogni accordo è valido purché raggiunto di comune intesa e palesato al professionista. In assenza di diverse previsioni o comunque di un diverso patto, i costi sono a carico di chi riceve il bene. È quindi il donatario a dover pagare il professionista, comprendendo l’onorario del notaio e le imposte.
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