Per l’imposta di successione con autoliquidazione l’Agenzia delle Entrate ha preparato i nuovi codici tributo.
Per l’imposta di successione aperte dal 1° gennaio 2025 è possibile procedere anche con l’autoliquidazione, effettuando il calcolo da soli. A tal proposito, con Risoluzione 2/E del 10 gennaio 2025, l’Agenzia delle Entrate ha predisposto i nuovi codici tributo che si devono utilizzare per il pagamento con modello F24. In caso di errore con il calcolo fai da te, cosa si rischia?
Il via libera al decreto che modifica la successione ha portato numerose semplificazioni soprattutto nelle procedure di calcolo e liquidazione dell’imposta, operative dal 1° gennaio 2025.
L’imposta, dal 2025, dovrà essere liquidata in autonomia dai contribuenti, entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione. Quest’ultima, per cui intervengono ulteriori modifiche, potrà essere inviata solo in modalità telematica entro 12 mesi dall’apertura della successione.
Le novità sulle successioni erano state già anticipate dal disegno di legge delega per la riforma fiscale in linea generica.
L’autoliquidazione dell’imposta di successione, introdotta per semplificare la procedura di calcolo, con conti da fare non saranno certamente semplici, porta al rischio di incorrere in errori fiscali.
Ma in questo caso cosa rischia chi sbaglia? Cerchiamo di dare una risposta esauriente al quesito passando in rassegna tutte le novità introdotte.
Imposta di successione, come si effettua il pagamento
Allo stato attuale esiste una procedura di parziale autoliquidazione dell’imposta di successione. Per essere più chiari, la presentazione della domanda di successione, necessaria per la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, presuppone il pagamento di una tranche delle imposte previste per l’apertura della procedura ereditaria.
In parole povere, gli eredi sono chiamati a versare:
- il 2% dell’imposta ipotecaria calcolata sul valore dei beni immobili presenti nell’eredità;
- la classica imposta catastale dell’1%, da calcolare sempre sul valore dei beni immobiliari ereditati;
- tanti piccoli tributi sempre legati alla successione: dalla tassa di 32 euro per ogni domanda che accerta la presentazione della successione all’imposta di bollo di 85 euro, dall’imposta di 7,44 euro per quelli che vengono chiamati “diritti di ricerca” da versare sempre in relazione agli immobili compresi nell’eredità per ogni conservatoria dei registri immobiliari per finire alla tassa di 90 euro ipotecaria.
- una serie di tributi a carattere speciale: la tassa di 18,59 euro per l’esame e della dichiarazione di successione, altre due micro tasse di 3,72 euro e 1,24 euro. La prima da versare per la compilazione di ogni nota di trascrizione, la seconda è sempre legata alla compilazione ma in questo caso della prima pagina di ogni nota di trascrizione.
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Imposta di successione, i nuovi codici tributo
I nuovi codici tributo permettono al contribuente di procedere al pagamento delle imposte di successione in base alle nuove regole. Il versamento, da effettuare entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione, può essere rateizzato anche in 8 o 12 rate.
I nuovi codici tributo da utilizzare sono:
- “1539” denominato “Successioni – Imposta sulle successioni – autoliquidazione”;
- “1635” denominato “Successioni – Imposta sulle successioni – interessi pagamento rateale”;
- “1535” denominato “Successioni - Sanzione da ravvedimento - imposte e tasse ipotecarie e catastali e imposta sulle successioni - art. 13 d.lgs. n. 472/1997”;
- “1549” denominato “Successioni – Tardiva presentazione della dichiarazione di successione – Sanzione da ravvedimento – imposta sulle successioni – art. 13 d.lgs. n. 472/1997”.
Per il codice tributo “1539”, il campo “rateazione/Regione/Prov./mese rif.” deve essere compilato nel formato “NNRR”, ove “NN” rappresenta il numero della rata in pagamento e “RR” indica il numero complessivo delle rate (in caso di pagamento dell’intero importo in unica soluzione, il suddetto campo è valorizzato con “0101”).
In caso di avvisi di liquidazione il codice tributo da utilizzare è:
- “A139” denominato “Successioni – Sanzione imposta sulle successioni – Avviso di liquidazione dell’imposta – Art. 33, comma 3, del TUS”;
- “A150” denominato “Successioni - Sanzione per tardiva presentazione della dichiarazione di successione - Avviso di liquidazione - Art. 50 del TUS”.
Imposta di successione, grosse novità sul calcolo fai da te: cosa cambia
Dal 1° gennaio 2025 è previsto che sia applicata un’imposta sostitutiva forfettarizzata delle imposte catastali e ipotecarie, dell’imposta di bollo, dell’imposta sulle successioni e donazioni e per le conseguenti formalità riguardanti i registri immobiliari e il catasto, nonché dei tributi a carattere “speciale”, delle tasse ipotecarie e per gli atti su cui va pagata l’imposta di registro.
La novità ha come vantaggio quello di semplificare la modalità di calcolo dell’imposta di successione, anche se non senza rischi.
Imposta di successione, quali sono i rischi del calcolo fai da te
Molti si staranno chiedendo come mai, nonostante la modalità di calcolo semplificata dell’imposta di successione si può incorrere in alcuni rischi.
Spesso e volentieri, la semplicità di calcolo in molte procedure fiscali non esenta da pericoli. Ma dove si annida il rischio di errore in questo caso? Rimanendo in tema “imposta di successione”, è sullo strumento dell’autoliquidazione che si rischia di incorrere in errore.
Per capire fino in fondo cosa stiamo dicendo è opportuno fare qualche passo indietro nel tempo per rispolverare l’iter attuale della successione.
Una volta eseguiti tutti i pagamenti del caso, gli eredi designati dal defunto sono chiamati a trasmettere all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione. Fatto questo, spetta al Fisco calcolare l’importo complessivo dovuto per l’imposta di successione con rischio di errore praticamente pari allo zero.
Il quesito da porsi, in base alle nuove disposizioni, è il seguente: cosa accadrà quando al contribuente verrà affidata l’intera procedura di calcolo, sotto la propria responsabilità?
La risposta è quasi scontata, il rischio di errore aumenterebbe vertiginosamente. E a questo punto viene spontaneo farsi un’altra domanda: il calcolo fai da te voluto solo per velocizzare la procedura è veramente cosa buona e giusta? Quanto ha senso mettere a rischio il calcolo dell’imposta di successione solo per avere un riscontro più immediato?
Le novità sull’imposta di successioni, attenzione al calcolo fai da te
Quello che bisogna considerare nell’approfondire i rischi che si corrono, è che la dichiarazione di successione non è un atto notarli ma un adempimento fiscale con cui lo Stato riscuote le tasse sul patrimonio ereditato.
Per predisporre una dichiarazione di successione, però, nonostante le semplificazioni, è necessario almeno avere un’infarinatura di quanto contenuto nel codice civile al riguardo. Proprio per questo il consiglio, nonostante la possibilità di agire in autonomia, resta sempre quello di rivolgersi a un professionista abilitato. Soprattutto alla luce del fatto che bisogna provvedere in autonomia anche al calcolo dell’imposta da liquidare.
Quello che bisogna considerare, poi, è che l’imposta di successione, dal 1° gennaio 2025, è applicata non solo sui trasferimenti di beni a causa di morte, ma anche per donazioni o per trasferimenti a titolo gratuito. La novità che dovrebbe preoccupare maggiormente, però, dovrebbe essere rappresentata proprio dall’autoliquidazione dell’imposta a seguito del calcolo fai da te. Il contribuente verserà l’imposta auto calcolata senza attendere l’avviso dell’Agenzia delle Entrate.
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