In Germania la crisi è più grave delle attese. La conferma in questo dato

Violetta Silvestri

07/12/2023

La Germania continua a lanciare messaggi di crisi e il dato sulla produzione industriale appena pubblicato è l’ultimo segnale di una debolezza anche oltre le attese.

In Germania la crisi è più grave delle attese. La conferma in questo dato

La Germania continua a lanciare segnali preoccupanti sullo stato di salute della sua economia.

L’ultimo dato negativo rilasciato dalla potenza europea riguarda la produzione industriale, scesa per il quinto mese consecutivo in ottobre nonostante le previsioni stimassero un aumento, seppure lieve.

Il risultato evidenzia che la crisi in Germania è in pieno corso. Da quando i prezzi energetici si sono impennati l’anno scorso, rivoluzionando le rotte delle forniture di gas in seguito all’aggressione russa dell’Ucraina, l’economia tedesca - fortemente dipendente dal comparto industriale e dall’energia di Mosca - ha iniziato il suo declino.

Il Governo di coalizione guidato da Scholz deve affrontare anche seri problemi di bilancio dopo che la suprema Corte tedesca ha bloccato 60 miliardi di euro, non più utilizzabili per spese e investimenti statali già programmati. L’impasse in cui è intrappolata la Germania è quindi duplice, politica ed economica.

In questo contesto, osservato da vicino in Europa vista la centralità della nazione tedesca per la crescita di tutta l’Ue, il prodotto interno lordo si è ridotto dello 0,1% nei tre mesi fino a settembre e gli analisti prevedono un’altra contrazione di tale entità in questo trimestre. La recessione, quindi, rimane una possibilità reale.

Germania, i segnali dall’industria continuano a preoccupare

La produzione industriale tedesca di ottobre è diminuita dello 0,4% rispetto a settembre, guidata dal settore dei macchinari e delle attrezzature. Il dato negativo ha sfidato gli analisti che avevano previsto un guadagno dello 0,2%.

Il settore dell’industria - spina dorsale del sistema economico tedesco - continua a mostrarsi fragile per una combinazione di fattori avversi, quali gli alti prezzi dell’energia, la debole domanda estera e le condizioni di finanziamento poco favorevoli, ha specificato Ralph Solveen di Commerzbank.

Non a caso, diverse grandi aziende hanno iniziato a tagliare i loro costi e il produttore chimico BASF prevede di ridurre gli investimenti di quasi il 15% nei prossimi quattro anni.

“La debolezza della produzione industriale tedesca continua”, ha commentato su Reuters Thomas Gitzel, capo economista del VP Bank Group. Lo scarso volume degli ordinativi degli ultimi due anni si ripercuote ora in modo implacabile sulla produzione, ha aggiunto.

Anche gli ordinativi industriali tedeschi sono scesi inaspettatamente nel mese di ottobre e sono diminuiti del 3,7% rispetto al mese precedente.

Lo scenario nel breve-medio periodo continua a essere cupo per la Germania. I dati di giovedì sono in linea con l’aspettativa che l’economia tedesca continuerà a contrarsi nel quarto trimestre, secondo Solveen.

“Sembra probabile che la recessione industriale si trascinerà ancora per qualche tempo”, ha detto Andrew Kenningham, capo economista europeo di Capital Economics.

Non solo Germania, in Europa la crescita vacilla

In questo contesto, la Germania non è l’unica potenza europea a mostrare costanti segnali di debolezza.

Francia e Spagna hanno registrato cali simili nella produzione industriale di inizio quarto trimestre. I dati italiani hanno appena confermato risultati negativi per il comparto industriale a ottobre.

Se questa tendenza sarà duratura potrebbe aumentare la prospettiva di una recessione nella più ampia regione dell’euro, dopo che il Pil si è ridotto nei tre mesi fino a settembre. Recenti sondaggi hanno mostrato inoltre che la flessione in Eurozona è continuata nei settori dei servizi e del manifatturiero.

La Germania in crisi è quindi lo specchio di una Europa ancora in affanno, in un quadro economico globale pieno di insidie.

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