Leggero calo di liquidità nel 2023 per i correntisti, che hanno attinto ai depositi per fronteggiare il caro vita. Ma anche per investire.
Con la pandemia avevano risparmiato, mettendo da parte denaro in tempi incerti. Ma ora sono tornati ad attingere ai propri conti correnti, soprattutto per far fronte all’inflazione. O per investire.
Ecco perché alla fine del 2023 i depositi degli italiani sono diminuiti di 43 miliardi di euro rispetto al 2022 (in calo del 3,6%). Il saldo totale nazionale resta comunque parecchio elevato, superiore a 1.151 miliardi. A essere preoccupante è principalmente il profondo squilibrio, rilevato nella maggior parte delle regioni, tra liquidità dei correntisti e popolazione residente.
Secondo un recente report della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), oltre un quinto (il 20,4%) della liquidità in Italia si trova sui conti correnti della Lombardia, seguita da Lazio (10,5%), Veneto (9,2%), Emilia-Romagna (8,5%) e Piemonte (7,8%). I conti correnti in queste cinque regioni detengono il 56,4% del saldo totale in Italia. Naturalmente, la forte concentrazione di liquidità in queste poche regioni è legata anche al loro alto reddito pro capite e alla maggiore capacità di risparmio che ne deriva. [...]
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