Un tunnel sottomarino potrebbe rivoluzionare i collegamenti tra Irlanda e Regno Unito e costerà ben 251 miliardi di euro. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Immaginate di poter guidare da Dublino a Manchester in meno di tre ore, attraversando il Mare d’Irlanda, in auto o in treno in appena trenta minuti.
Non si tratta di fantascienza, ma di un’ipotesi ingegneristica reale: un tunnel sottomarino lungo 87 chilometri che collegherà Holyhead, nel Galles, a Dublino, in Irlanda.
Un’opera ambiziosa da 208 miliardi di sterline (circa 251 miliardi di euro), che si propone di diventare uno progetti infrastrutturali più rivoluzionari d’Europa.
Il tunnel, noto come Irish Mail Route è stato più volte proposto, accantonato, e riesumato nel corso dei decenni. Dopo il suo rigetto da parte del governo britannico nel 2021, oggi torna a far parlare di sé grazie all’interesse di ingegneri, politici e ambientalisti che lo vedono come una possibile chiave per il rilancio economico e sostenibile dell’area. Il tunnel sarebbe sei volte più lungo di qualsiasi tunnel attualmente esistente nel Regno Unito e potrebbe diventare un modello internazionale di connessione tra due Stati attraverso infrastrutture sostenibili.
Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica: accanto ai grandi numeri, alle promesse di innovazione e crescita, ci sono numerosi ostacoli ambientali, sfide ingegneristiche e problemi di fattibilità che pongono interrogativi sulla sua realizzazione. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
Irish Mail Route, ecco cosa prevede il progetto
L’idea di un tunnel tra Gran Bretagna e Irlanda non è nuova: fu proposta per la prima volta in epoca vittoriana, per poi tornare ciclicamente all’attenzione di esperti e governi nei decenni successivi (similmente alla storia del ponte sullo Stretto di Messina). L’ultima versione strutturata del progetto è quella definita nel 2014 dal British Transport Research Centre, con l’appoggio di Network Rail e successivamente analizzata nel 2021 dal governo britannico sotto la guida dell’allora premier Boris Johnson. L’obiettivo era creare un’infrastruttura che collegasse in modo diretto e rapido due Paesi separati dal Mare d’Irlanda, superando la frammentazione attuale dei trasporti via traghetto e aereo.
La Irish Mail Route sarebbe una galleria mista stradale e ferroviaria, lunga 87 chilometri, capace di accorciare drasticamente i tempi di viaggio. Attualmente, una traversata da Dublino a Holyhead richiede oltre quattro ore. Con il tunnel, il solo attraversamento richiederebbe circa 30 minuti, inserendosi perfettamente nei corridoi stradali e ferroviari già esistenti in entrambe le città. Ciò comporterebbe una riduzione considerevole del traffico aereo regionale, un miglioramento della logistica per merci e passeggeri, e una maggiore integrazione economica tra Irlanda e Regno Unito.
Oltre all’impatto sui trasporti, il progetto si presenta come motore occupazionale: stando alle stime la costruzione dell’Irish Mail Route potrebbe generare oltre 35.000 posti di lavoro, tra operai, tecnici, ingegneri e personale indiretto. Non solo, il tunnel potrebbe anche fungere da hub per la produzione di energia rinnovabile, sfruttando il passaggio per integrare impianti eolici, mareomotrici e solari.
Irish Mail Route: tra sogni ingegneristici e ostacoli reali
Se il progetto entusiasma per le sue potenzialità, è anche vero che le difficoltà tecniche ed economiche sono numerose. L’enorme costo (208 miliardi di sterline e i tempi di realizzazione, che potrebbero arrivare fino a 30 anni, rappresentano barriere difficili da superare. Non a caso, il progetto è stato definito “morto, almeno per ora” dal Financial Times nel 2021, quando il governo britannico lo respinse ufficialmente.
Il tunnel sarebbe il più lungo d’Europa e uno dei più estesi al mondo, superando di gran lunga tunnel già esistenti come quello sotto la Manica. Questo comporta sfide ingegneristiche mai affrontate prima nel Regno Unito: dalla gestione delle condizioni geologiche del fondale marino, fino ai complessi sistemi di ventilazione, evacuazione e sicurezza necessari per un’infrastruttura di tale portata. La pressione dell’acqua, la profondità del tunnel e il rischio sismico sono solo alcune delle incognite da considerare.
Inoltre, le critiche degli ambientalisti non sono da sottovalutare. Un’opera così imponente implicherebbe impatti importanti sugli ecosistemi marini e costieri. Il rapporto pubblicato nel 2021 da Sir Peter Hendy sottolineava proprio la necessità di “tenere conto delle preoccupazioni ambientali e di scala”, ponendo quindi un freno alla fattibilità immediata del progetto.
Insomma, l’Irish Mail Route resta per ora un sogno ingegneristico, tra entusiasmo e scetticismo. Ma il suo potenziale è tale da farla riemergere ciclicamente nel dibattito pubblico.
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