L’industria automobilistica verso la recessione?

Francesca Caiazzo

20/12/2018

Secondo Rbc Capital Market, il settore auto mondiale si starebbe avviando verso la sua prima recessione dal 2009.

L’industria automobilistica verso la recessione?

L’industria automobilistica globale potrebbe essere pronta alla sua prima recessione dal 2009.

A dieci anni esatti dalla crisi finanziaria, il mercato auto mostra segnali precisi, che secondo Rbc Capital Markets, annuncerebbero il primo, vero calo produttivo degli ultimi 10 anni.

Un trend che potrebbe proseguire, sebbene in modo più modesto, anche nel 2019, ma che potrebbe virare verso una moderata ripresa negli anni successivi.

Verso la recessione

Rbc Capital Markets lancia l’allarme recessione per l’industria automobilistica globale, dopo aver analizzato i dati del settore. E questi ultimi mostrano che la produzione mondiale di veicoli leggeri è diminuita del 2,9% nel terzo trimestre di quest’anno. Le previsioni fanno lievitare il calo produttivo intorno al 4% nel quarto trimestre.

Per questo, l’analista Joe Spak conclude che l’intero settore automobilistico stia indietreggiando per la prima volta dal 2009.

Secondo le stime di Rbc e Ihs Automotive, la produzione delle case automobilistiche nel 2018 si fermerà a circa 94,6 milioni di veicoli, facendo registrare un decremento intorno allo 0,6% rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda il prossimo futuro, le previsioni degli analisti indicano una diminuzione dello 0,4% nel 2019. Per una crescita moderata, che segni la ripresa, secondo gli analisti, il settore auto dovrà attendere gli anni successivi.

La situazione negli Usa

Se la produzione di auto diminuisce è anche perché la domanda arretra. Gli osservatori del mercato automobilistico fanno notare, ad esempio, che negli Usa la richiesta di nuovi veicoli sia entrata in un fase di ribasso già nel 2017 e, sebbene a ottobre di quest’anno il mercato abbia fatto registrare una timida crescita dello 0,4%, la domanda non sembra destinata a salire.

Colpa anche dell’aumento dei tassi di interesse su nuove vetture, che hanno segnato il picco dal gennaio 2009.

Se continua così, concordano gli analisti di Edmunds, “potremmo davvero iniziare a vedere alcuni impatti significativi nel mercato automobilistico”.

Per correre ai ripari, le case produttrici di auto negli Usa potrebbero attrarre la domanda tirando la leva dei prezzi. Una eventualità rischiosa secondo Rbc:

“Potrebbe essere dannoso per i profitti della aziende automobilistiche, poiché stimiamo che una variazione dell’1% nel prezzo potrebbe avere un impatto sui profitti quattro volte maggiore della stessa variazione in termini di volume”.

La situazione in Cina e Europa

In Europa, poi, la flessione della domanda di nuovi veicoli viene certificata dall’ European Automobile Manufacturers Association, che proprio pochi giorni fa evidenziava un calo delle immatricolazione nel mese di novembre 2018 pari all’8,1% rispetto allo stesso periodo del 2017, segnando il terzo mese consecutivo con il segno meno.

La contrazione ha riguardato i cinque major market europei: Spagna -12,6%, Germania -9,9%, Italia -6,3%, Francia -4,7% e Regno Unito -3%.

Il calo di fiducia dei consumatori e la guerra commerciale con gli Usa non aiutano la ripresa economica della Cina, che incassa il colpo anche sul mercato automobilistico.

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